La Gazzetta dello Sport, 19 ottobre 2016
Confessioni di Ronado, l’ex fenomeno
Due fenomeni. Ronaldo e Roberto Carlos insieme con Jose Ramon de la Morena, presentatore della trasmissione El Transistor di Onda Cero, radio madrilena. Una chiacchierata lunga con alcune perle e diversi aneddoti. Queste le cose migliori.
MAL PREPARATO La partenza è seria, e la riflessione di Ronaldo su metodi di allenamento e infortuni è interessante: «Nei primi 10 anni della mia carriera mi sono allenato male, ma non per le ragioni che pensate voi: mi sono rotto perché chi mi preparava sbagliava. Volevano che corressi come Cafù e Roberto Carlos e non potevo. Facevano fare a tutti le stesse cose. Tanti miei infortuni sono dipesi da errori nella pianificazione dell’allenamento, quando hanno iniziato a fare preparazioni personalizzate le cose sono migliorate. Oggi è così, si sfruttano meglio le caratteristiche individuali».
MULTA O CAZZIATONE Si parla di allenamenti ed ecco apparire Arrigo Sacchi: «Raramente sono arrivato tardi agli allenamenti – dice Ronie mentre Roberto Carlso se la ride –. Ci sono due episodi famosi perché capitarono nella stessa settimana, al Madrid. Il d.s. era Arrigo Sacchi e con lui avevo un ottimo rapporto, mi piaceva molto. Beh, mi fa un cazziatone di un quarto d’ora e alla fine mi dice che deve multarmi. Io accetto entrambe le cose. Ci ricasco qualche giorno dopo e quando mi si avvicina prima che inizi a parlare gli dico: “Arrigo, o il cazziatone o la multa, tutti e due no”».
BOTTA A CAPELLO Meno idilliaco il rapporto con Fabio Capello. Si parla di allenatori del Madrid e soprattutto di Del Bosque, e sono grandi elogi: «Bravo, buono, disponibile». Poi Roberto Carlos dice con ironia: «Abbiamo avuto anche Capello…». E Ronie: «No, Capello molto intelligente non è».
LA MOGLIE DI FIGO Ovviamente si cita Florentino Perez. «Una volta mi chiama e mi chiede maggior impegno. “Ok presidente, però lei ha preso un pianista o uno che deve correre attorno al pianoforte?”. E un’altra volta mi dice che non devo uscire la notte e mi fa l’esempio di Figo, che sta sempre in casa. E io: “Con tutto il rispetto, se io avessi una moglie come quella di Figo starei anch’io di più in casa”».
COPPIA CON GANZ Roberto Carlos ricorda il suo anno nell’Inter: «Inizio da terzino, poi comincio a segnare e mi spostano più avanti. Prima a centrocampo, poi all’ala e quindi addirittura in attacco. A marzo giocavo in coppia con Ganz e non mi divertivo: il calcio italiano erano tutti lanci, e io che sono alto un metro e mezzo non è che ne prendessi tanti… In Italia però ho migliorato tanto la fase difensiva».