Corriere della Sera, 19 ottobre 2016
La prima volta di un cane alla Camera dei deputati
ROMA È il primo cane entrato in una sede istituzionale. Un trovatello diventato simbolo di una lotta in favore di tutti gli animali. Si chiama Sogno e con baldanza ha fatto ingresso ieri nella sala stampa della Camera, tenuto al guinzaglio dalla deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente.
Una volta dentro, liberato dei vincoli, si è sdraiato sulla cattedra, sotto lo sguardo preoccupato dei commessi. L’onorevole ha spiegato il motivo dell’improvvisata: «È una battaglia per dichiarare quelli come lui esseri senzienti modificando l’articolo 9 della Costituzione che si limita alla tutela dell’ambiente. Un’occasione persa per cambiare lo status giuridico dei nostri piccoli amici. Il governo ha voluto perderla confermando il suo disinteresse».
Nella riforma non c’è traccia della richiesta formalizzata anche con un disegno di legge dalla deputata e sostenuta dalle maggiori associazioni animaliste. L’emendamento al testo discusso in aula non è stato accettato dal governo.
Sogno è un meticcio di 6 anni. Era cucciolo quando venne raccolto nelle strade di Amatrice da una giovane donna romana. Nella sua storia di ex randagio, con probabile antenato segugio, anche l’esperienza del recente terremoto, fuggito assieme alla padrona dalla casa dove passava le vacanze. La mansuetudine di cui è dotato gli è valsa un ingresso alla Camera, come testimonial della campagna a favore dei quattrozampe.
Brambilla non desiste: «L’obiettivo è inserire i diritti degli animali nella Carta. Esistono le condizioni culturali. Milioni di italiani convivono con cani e gatti, li trattano come appartenessero alla famiglia. Considerarli oggetti o cose è un offesa al comune sentire».
Il Comitato nazionale di bioetica si è più volte espresso a favore del rispetto e del benessere degli animali previsto dal 2007 nel Trattato di Lisbona, sottoscritto dai capi di Stato dell’Ue.
Svizzera, Austria e Germania hanno tradotto l’intesa in leggi molto rispettose. Il veterinario Pasqualino Santori, del Comitato, ricorda il contenuto dei pareri: «Sono esseri senzienti a tutti gli effetti. Hanno la capacità di provare sensazioni e sentimenti sebbene non sia possibile provarlo scientificamente. La coscienza? Si suppone ne abbiano e il consenso globale ci porta a riconoscerla».