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 2016  ottobre 19 Mercoledì calendario

Faith, la superdonna «cicciona» che sconfigge cattivi e pregiudizi

Nell’ultimo mezzo secolo i patiti dei supereroi hanno visto (e sopportato) di tutto. Gli editori hanno sfidato gli alti e bassi del mercato giocando le carte del politicamente corretto e del marketing: un Uomo Ragno di colore e di origine latine, una Miss Marvel musulmana, una serie di coming out maschili e femminili. 

«Le nostre storie danno il meglio quando riflettono ciò che avviene nel mondo reale», spiegò nel 2012 Axel Alonso, allora redattore capo della Marvel. Northstar, uno degli X Men, aveva appena sposato il suo compagno, diventando il protagonista del primo matrimonio gay nella storia dei comics.

Quest’estate, non senza polemiche, è caduto negli Stati Uniti l’ultimo tabù dei supereroi, quello dell’avvenenza e della forma fisica. Faith, la superoina più obesa che curvy, ha conquistato il mercato americano con le sue storie di aspirante giornalista capace di trasformarsi ogni notte in Zephyr, la donna capace di vincere la forza di gravità per combattere orridi criminali e alieni cattivi. Faith, che in America ha raggiunto in poche settimane il traguardo della quinta ristampa, a novembre arriverà in Italia pubblicata da Star Comics.

Un altro passo verso la «normalizzazione» dei supereroi. I lettori – e le lettrici, sempre più numerose negli Usa – vogliono immedesimarsi nei personaggi: essere come loro per poter sognare di diventare come loro. I supereroi, d’altra parte, non sono mai nati per caso: sono tutti figli del loro tempo. Superman scende da Krypton alla fine degli anni Trenta, quando l’America si sta curando le ferite della grande Depressione e le notti delle grandi città sono terreno di caccia dei gangster. Spiderman debutta agli albori dei Sessanta, quando la paura della Bomba e l’ottimismo della crescita economica lasciavano credere che tutto fosse possibile: anche che il morso di un ragnetto radioattivo potesse trasformare un liceale secchione e pauroso in un implacabile nemico del crimine.


Nata negli anni 90 come personaggio secondario, tormentato dalle battute sulla sua grassezza,la Faith del 2016 diventa protagonista all’insegna del grasso è bello. «Ha un tono scanzonato e divertente – dice Claudia Bovini, direttore editoriale della Star Comics – non parla mai di diete e non commisera il suo aspetto fisico». «Scrivendo le nuove storie di Faith – spiega Jody Houser, autrice della serie con i disegnatori Francis Portela, Marguerite Sauvage e Andrew Dalhouse – ho pensato al suo peso soltanto per essere sicura di mantenere il giusto rispetto: non volevo trattarla in modo diverso da come avrei fatto con qualsiasi altro personaggio».

Negli Stati Uniti il pubblico si è spaccato: agli applausi dei più si sono affiancate le critiche dei salutisti, preoccupati del messaggio negativo che può arrivare da un’obesa che vola senza curarsi della propria mole. In Italia il pubblico è tradizionalmente più laico: in fondo i fumetti sono soltanto fantasia, e i sogni – si sa – non hanno peso.