Corriere della Sera, 17 ottobre 2016
La domenica nera di Icardi (e dell’Inter)
Una domenica da accartocciare e buttare via. L’Inter (e Icardi) fanno di tutto per farsi male. Vanno in vantaggio contro il Cagliari, dopo un rigore sbagliato da Maurito, poi la sconfitta. Per Icardi le contestazioni erano cominciate prima. Gli ultrà incendiano la curva Nord con striscioni e slogan e lo contestano anche sotto casa. Intanto il Milan batte il Chievo e vola al secondo posto. E sabato sfida la Juventus.
L’ Inter è una buona squadra messa male in campo e nemmeno allenata benissimo. De Boer è certamente un buon tecnico ma anche Maran lo è, anche Prandelli, Di Francesco, forse lo stesso De Zerbi, nel senso che le cose giuste le sanno tutti a questi livelli, il problema è come le trasmetti. A me sembra che l’Inter sia una squadra sorda, gioca alla stessa maniera sempre. La differenza la dà Icardi quando ce l’ha. Stavolta Icardi la differenza l’ha fatta con dieci righe nella sua biografia che nemmeno un bauscia avrebbe osato. Ma altrettanto dilettante è stata la società che ha fatto dare alle stampe senza leggerlo un libro che riguarda il suo mondo. Siamo pieni di addetti stampa che limano, misurano le presenze, poi si scopre che una ragazzata volgare esce sconosciuta e mette in imbarazzo una multinazionale. Icardi è uno spaccone vicino alla querela penale, ma l’Inter è un padrone distratto, anarchico. In mezzo a questo torrente di equivoci nuota un tecnico che letteralmente fa fatica a capire cosa si dice intorno e a rapportarsi con i giocatori. Ne viene fuori un dilettantismo esasperante. De Boer dice che non capisce la squadra, il suo modo di pensare. Pare chiaro che non sa quel che significa. La squadra dovrebbe pensare quello che lui pensa, dire quello che lui dice, semmai poi interpretare. Se non accade è colpa sua. L’Inter in casa ha battuto solo la Juve, un avversario che accende da solo una squadra, con qualunque allenatore. Su 10 partite ufficiali ne ha perse 5, tre in campionato. È obbligatorio chiedere spiegazioni al tecnico. C’è qualcosa di profondo che non funziona. Non è che gli altri tecnici non lo capiscano, semplicemente ne approfittano. Ieri Rastelli ha detto di aver preparato il Cagliari sugli squilibri abituali dell’Inter. È tutto molto semplice: nell’Inter i terzini attaccano, le ali attaccano, due mezze ali su tre anche. Così quando perdi palla, quando tocca agli altri, hai trenta metri di spazio per pensare. Mentre quando attacchi sei marcato. Non a caso l’Inter ha segnato solo con 4 giocatori (Icardi, Joao Mario, Perisic, Banega). La Juve con 8, la Roma con 7, la Lazio con 9, il Napoli con 6 e non a caso è in crisi. De Boer può dare qualche spiegazione? Perché dovremmo credergli per principio? E non comincia a essere troppo dannosa questa fede?