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 2016  ottobre 15 Sabato calendario

Cosa attendersi dal nuovo BTp Italia

Torna sul mercato una nuova emissione del BTp Italia, la seconda e ultima prevista per il 2016. Il titolo di Stato indicizzato all’inflazione italiana, lanciato per i piccoli risparmiatori a partire dalla primavera del 2012, sarà sottoscrivibile per il pubblico retail da lunedì 17 a mercoledì 19 salvo chiusura anticipata.
La durata è sempre fissata in otto anni, in linea con le ultime emissioni. Il taglio minimo è di 1.000 euro e non sono previste commissioni: per quanto riguarda il retail tutte le richieste saranno soddisfatte a prezzo fisso pari a 100. È previsto anche un premio fedeltà per i risparmiatori che porteranno il titolo a scadenza. Per gli istituzionali, come accaduto per le precedenti emissioni, il periodo di sottoscrizione è limitato al 20 ottobre e in questo caso è previsto il riparto nel caso in cui gli ordini eccedano quanto preventivato.
Conviene sottoscriverlo? Il punto della faccenda è che i bond in generale hanno rendimenti risicati. Per strappare un 1% bisogna andare sulle scadenze a 8 anni. Detto questo, in tale contesto di mercato, la scommessa di puntare su un indicizzato piuttosto che su un titolo nominale appare quanto mai motivata. La vera incognita è rappresentata dal rialzo dei tassi e dei rendimenti: questo fenomeno potrebbe colpire anche gli indicizzati e penalizzare, con perdite in conto capitale, chi non intende portare il titolo a scadenza e ha esigenza di venderlo prima.
«Gli strumenti indicizzati – spiega Gianni Lupotto, amministratore delegato di Alfa, società di consulenza finanziaria – hanno un senso in questo momento in un orizzonte temporale un po’ più lungo e infatti anche la nuova emissione del BTp Italia sarà a 8 anni. Per l’ultima emissione in circolazione, con scadenza aprile 2024, la break even inflation è pari allo 0,65 per cento. Questo significa che il BTp Italia sarà più competitivo, rispetto a quello nominale, se ci sarà un’inflazione media annua superiore allo 0,65%. Oggi l’indice dei prezzi è emerso dalla deflazione e si aggira intorno allo 0,3%. L’ipotesi di uno 0,65% è quindi verosimile ma molto dipenderà all’andamento del prezzo del petrolio».
Il tasso cedolare reale annuo minimo garantito definitivo sarà comunicato il 20 ottobre. Secondo l’esperto, poi volendo poi fare un previsione sul possibile tasso minimo reale per l’emissione in sottoscrizione da lunedì, «non dovremmo discostarci molto dallo 0,4% fissato per il BTp Italia aprile 2024 visto che il BTp nominale con scadenza ottobre 2024 oggi rende circa l’1,1%».
Il risveglio dell’inflazione potrebbe riportare interesse intorno a uno strumento che ha trovato grande appeal al debutto e poi è stato un po’ snobbato per le condizioni di mercato non troppo allettanti. Gli strumenti inflation linked convengono, in termini relativi, anche sulle scadenze più brevi, a tre anni ad esempio, dove la break even inflation è praticamente a zero. Basta che ci sia un po’ di inflazione per renderli convenienti.
«Sui bond governativi siamo molto prudenti – continua Lupotto – visto il quadro dei rendimenti prossimi allo zero. Per strappare un 1% bisogna spostarsi su scadenze a 8 anni con il rischio che una ripresa dei tassi possa vanificare l’investimento in conto capitale. Per questo motivo è sempre meglio puntare sugli inflation linked, che almeno coprono da una ripresa generale dell’indice dei prezzi anche se ovviamente non possono far nulla in un contesto di ripresa generale dei tassi».
Il titolo potrà essere sottoscritto direttamente sul Mot di Borsa Italiana attraverso la piattaforma di trading del singolo investitore o dell’intermediario di fiducia. «La modalità innovativa di distribuzione diretta – spiega Pietro Poletto, responsabile globale dei mercati obbligazionari del London Stock Exchange Group – tramite la piattaforma Mot di Borsa Italiana è ormai parte integrante del collocamento del BTp Italia, ma anche di altre emissioni corporate tra cui l’ultimo in ordine di tempo è quello della World Bank».