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 2016  ottobre 15 Sabato calendario

I Medici lanciano la fiction italiana

«Quello de “I Medici” è un progetto importante, di gran lunga il più ambizioso. Per noi rappresenta, anche da un punto di vista simbolico, un momento di svolta». Il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, è intervenuto così ieri da Firenze sulla serie Tv coprodotta da Rai Fiction, Big Light Productions, Wild Bunch Tv e Lux Vide (la casa di produzione di Matilde e Luca Bernabei ha fatto da produttore esecutivo) che da martedì 18 ottobre su Rai 1 (e in 4k sulla piattaforma Tivùsat) porterà in prima mondiale sugli schermi l’epopea di una casata, raccontata dagli inizi, che ha fatto la storia.La serie “I Medici” – girata interamente fra Firenze, Toscana e Lazio; 25 milioni di euro di costo totale di produzione per 8 milioni coperti dalla Rai e per il resto da tax credit e vendita sul mercato; girata nei luoghi originali e non negli studi – racconterà la vita di Cosimo, figlio di Giovanni, banchiere che sogna di diventare artista, vissuto a Firenze fra il 1389 e il 1464. Ma questa storia in otto puntate, divisa in 4 prime serate, è stata presentata da tutti, ieri, come un qualcosa che segnerà il passaggio fra un prima e un dopo dal punto di vista “industriale”.
Non a caso il dg Rai parla di «inizio di un percorso nel campo delle produzioni italiane da lanciare sul mercato internazionale» con una Rai che «vuole tornare a essere parte del mondo del racconto televisivo a livello internazionale».
Il Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio ha fatto da teatro a una presentazione in grande stile – giocata fra racconto di bellezza dei luoghi, cultura, storia, atmosfere degli albori del Rinascimento – di una serie rivolta al mondo anche con l’internazionalità del cast. Tra i protagonisti ci sono infatti il premio Oscar Dustin Hoffman, nei panni di Giovanni de’ Medici, patriarca della famiglia che dette i natali a Cosimo e Lorenzo (prozio di Lorenzo il Magnifico), Brian Cox, Richard Madden, Stuart Martin. Tra gli attori italiani ci sono Alessandro Preziosi, nel ruolo di Filippo Brunelleschi, Guido Caprino, Miriam Leone, Sarah Felberbaum. La regia è dell’americano Sergio Mimica-Gezzan (assistente di Steven Spielberg in successi come Jurassic Park), con sceneggiatura di Frank Spotnitz e Nicholas Meyer. La colonna sonora “Renaissance” è interpretata da Skin.
«Con questa serie vogliamo, simbolicamente, dare inizio a un nuovo Rinascimento, al Rinascimento dell’audiovisivo italiano», ha detto il direttore di Rai Fiction, Eleonora Andreatta che in questa serie Tv vede l’esempio di «una volontà di rilancio sul mercato internazionale da parte della Rai» e un motore per «contribuire a portare l’immagine dell’Italia della cultura nel mondo attraverso il racconto televisivo. E non è un caso che questo rilancio parta con i Medici».
Certo, la concorrenza internazionale sulle serie tv, per qualità e investimenti (Netflix ha investito nell’ultimo anno 5 miliardi di dollari in contenuti originali) è da far tremare i polsi. «Viviamo in un mercato globale – ha spiegato Matilde Bernabei, presidente della Lux Vide – che richiede aumento di qualità e competitività. Ma questa è un’operazione dell’Italia per l’Italia; abbiamo fatto un prodotto che non ha niente da invidiare alle grandi serie americane e inglesi». Detta così può sembrare facile, ma ci sono invece tutti i contorni della scommessa: «La sfida è stata raccontare una famiglia italiana al mondo. La famiglia Medici era leader nell’Europa del suo tempo e non solo per arte e cultura, per cui sono giustamente ricordati, ma anche per lo sviluppo sociale ed economico di cui fu protagonista. Era un progetto rischioso ma il mercato ci ha premiato e la serie è stata venduta in tutto il mondo». E così, solo per fare qualche esempio, Wild Bunch è salita a bordo come coproduttore e distributore internazionale; Altice/Sfr lancerà il 25 ottobre proprio con “I Medici” una sua piattaforma Svod (Zive) per Francia, Lussemburgo e Belgio; il prodotto è stato venduto dalla Germania (Sky), all’Australia (Sbs) al Giappone (Hulu).
«Il lavoro è andato avanti 4 anni: 3 per la scrittura e 1 per produzione e post produzione», precisa Luca Bernabei, ad della Lux Vide. I Medici e Firenze per compiacere il premier Matteo Renzi, intervenuto ieri in serata alla kermesse (come i ministri Franceschini e Boschi)? «Per carità. Quando abbiamo iniziato non era ancora premier. Questo progetto era un pallino di mio padre (Ettore Bernabei, direttore generale della Rai dal 1961 al ’74, ndr.) che ne ha parlato tante volte con Zeffirelli. Sono contento che prima di lasciarci sia riuscito a vedere tutte le puntate finite, quantomeno nella loro versione in inglese con i sottotitoli».
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Le fiction della Lux Vide trasmesse su Rai 1 in prima serata nel biennio 2015-2016 (gennaio 2015-maggio 2016) hanno battuto anche il calcio: 6,6 milioni di spettatori di media e 25,8% di share per le serie prodotte dalla società di Matilde e Luca Bernabei contro i 6,5 milioni di spettatori di media (24,7% di share) per i match di club e Nazionale. E concentrandosi solo sulle fiction, nella top 10 per ascolti al primo e secondo posto nella stagione 2015-2016 (settembre 2015-maggio 2016) c’è la Lux Vide con “Don Matteo 10” (a 7,5 milioni con 29,4% di share) e “Non dirlo al mio capo” (6,1 milioni; 25,1%). Medaglia di bronzo per la seconda stagione de “Il giovane Montalbano” realizzata da Palomar (5,6 milioni; 22,5%), seguita da “Il paradiso delle signore” (5,5 milioni; 21,2%) di Aurora Film&Tv e da “Provaci ancora prof!6” di Endemol Italia (5,3 milioni; 21,4%).
I dati messi in fila da Barometro, centro studi sui media diretto da Luigi Ricci e riportati in un “Report sulla produzione televisiva 2016”, fotografano un 2015-2016 da ricordare per la Lux Vide che nel ranking di mercato segue i tre colossi internazionali Endemol, Magnolia (Banijay-Zodiak) e Fremantle (Rtl Group). Come spiegato nel Report la linea editoriale di fiction per la Lux Vide si è affermata dopo il 2000 con lo sviluppo di alcune delle serie più seguite dalla tv come “Don Matteo”, “Un Passo dal cielo”, “Che Dio ci aiuti”. L’evidenziare le possibilità di riscatto in situazioni problematiche è la cifra stilistica più evidente delle serie Lux che, soprattutto come dimostrato da Don Matteo, macinano ascolti anche nelle repliche. Bene le visioni “non lineari”: nell’ascolto differito a 7 giorni Don Matteo (184mila spettatori) e Non dirlo al mio capo (171mila) sono in testa nella top 10. Buoni risultati anche sui target pregiati. Sui “Responsabili acquisti” dell’Auditel Don Matteo raggiunge una quota del 30,7% e Non dirlo al mio capo è seconda con il 27,9%. Ritorno sugli investimenti (5,8 per le serie Lux e 3,6 per le altre serie Rai), costo serata (174mila per le serie Lux e 276mila per le altre Rai), web viewers (Non dirlo al mio capo è stata la più vista su Rai.tv), sono altri plus per la casa di produzione fondata nel ’92 che ora ha lavori in corso anche con Mediaset e Sky. La serie “I Medici” segna il debutto nell’arena internazionale. In generale, la speranza è che il prodotto fiction in Italia faccia in questo un po’ meglio dell’intrattenimento. Su questo versante, come riportato in un recente studio dell’Università Cattolica, solo il 5% degli show andati in onda lo scorso anno sono made in Italy.