Il Sole 24 Ore, 13 ottobre 2016
Lo shale oil si riaffaccia in Borsa (e fa scintille)
Il petrolio «made in Usa» si è preso una nuova rivincita, col primo debutto in borsa di una società estrattiva da quando il prezzo del barile, oltre due anni fa, ha iniziato a crollare. Il successo è stato sorprendente: Extraction Oil & Gas, compagnia fondata nel 2012, controllata da fondi di private equity, ha guadagnato fino al 20% nel primo giorno di contrattazioni sul listino del Nasdaq, raggiungendo un valore di 3,23 miliardi di dollari. L’Ipo ha permesso di raccogliere oltre 600 milioni, che la società utilizzerà per rifinanziare alcune linee di credito revolving. Nonostante il botto di ieri Extraction – che estrae shale oil e shale gas in Colorado – non se la passa troppo bene: nel primo semestre il suo fatturato è cresciuto del 19,1% a 110,5 milioni di dollari, ma la perdita netta è più che triplicata a 173,13 milioni. Gli investitori non sono stati scoraggiati. La forte ripresa dei prezzi del petrolio nelle ultime settimane e i piani dell’Opec per tagliare la produzione hanno probabilmente contribuito a infondere ottimismo. Anche se il denaro pronto a finanziare il fracking non è mai mancato davvero, offrendo allo shale oil americano una carta decisiva nella sfida per la sopravvivenza.