La Stampa, 13 ottobre 2016
Verdini scippa il nome del partito a Mario Monti
Scelta civica per Denis Verdini. In una sintesi un po’ brutale è quello che è successo al nome del partito fondato da Mario Monti che si è visto scippare anche l’ultima traccia parlamentare della sua creatura. La storia è nota: Enrico Zanetti, segretario del partito, traghetta Sc verso un nuovo contenitore aperto agli uomini di Verdini. Quel che resta del gruppo dei deputati di Monti esplode e gira le spalle a Zanetti che a sua volta tira dritto nella costituzione di un altro gruppo alla Camera, con 5 fedelissimi e dieci verdiniani. Il nome: “Scelta civica verso cittadini per l’Italia”. E arriviamo a ieri. L’ufficio di Presidenza che deve dare il via libera si vede recapitare la lettera in cui Monti rivendica la titolarità del nome e del simbolo e chiede di vietarne l’utilizzo a Zanetti. Un tentativo estremo e infruttuoso, perché l’ufficio di Presidenza dà torto a Monti e ragione a Zanetti. Per un semplice motivo: il nome non è esattamente lo stesso. Quello svelato dall’ex premier all’alba delle elezioni 2013 era “Scelta civica con Monti per l’Italia”. Questo registrato da Zanetti cancella il cognome del senatore, tornato a far sentire la sua voce in Parlamento dopo la liquefazione indotta di Sc. A Monti non va giù e torna alla carica: «È stata un decisione politica su pressione del Pd. Mi riservo di far valere le mie ragioni. Non ho mai voluto esercitare il diritto di revocare l’uso del nome e del simbolo. Ma in questa occasione ho considerato mio dovere intervenire». L’ex premier proprio non accetta il nuovo alleato di Zanetti: «Chi vuole portare una parte del movimento a legarsi con il senatore Verdini, lo faccia, ma non usando violenza al simbolo di Sc». Alla bacchettata Zanetti replica subito: «Parliamo dello stesso Monti che impose l’alleanza di Sc con Fini e Casini? Sono rammaricato che il presidente si sia prestato a chi gli ha voluto tirare la giacchetta e gli ha fatto fare questa magra figura».
I titoli di coda della polemica aggiungono un altro particolare. Sc, che ora esiste a prescindere da Monti, può anche chiedere una deroga alla regola che fissa in venti deputati il minimo per avere un gruppo alla Camera, perché i sedici parlamentari sono affiliati al partito del segretario Zanetti. Un dettaglio non da poco, visto che i quindici reduci di Monti che si sono riuniti sotto la sigla “Civici e innovatori”, invece, hanno ricevuto l’ultimatum : o arrivano a venti in poco tempo o finiranno a ingrossare le file del Misto.