Corriere della Sera, 13 ottobre 2016
Studenti schedati, Londra fa marcia indietro
LONDRA Bisogna dare atto al governo di sua maestà di archiviare in fretta gli scivoloni. Ma non poteva essere altrimenti. La classificazione degli studenti italiani in base al criterio delle territorialità linguistica e di conseguenza anche e indirettamente al criterio della presunta etnia è stata tolta di mezzo in poco meno di ventiquattro ore.
Dai moduli di iscrizione alle scuole del Regno Unito non compariranno più quelle tre sigle che hanno fatto tanto discutere e indotto l’ambasciatore Pasquale Terracciano a inoltrare una «nota verbale» di protesta al Foreign Office. Cancellato «Itan», italiano napoletano. Cancellato «Itas», italiano siciliano. E cancellato «Itaa», altro italiano. Resta solo la quarta sigla, ossia «Ita», italiano. La lingua ufficiale è una soltanto e differenziare i nostri ragazzi, in procinto di frequentare gli istituti britannici, non ha proprio senso e giustificazione storica e culturale.
Di questi tempi, carichi di emotività e di sensibilità su un tema come quello dell’immigrazione e con il carico della Brexit sullo sfondo, meglio accantonare tutto ciò che può innescare sospetti. Londra dimostra che non vi è volontà discriminatoria, che del resto andrebbe contro la sua vocazione e la sua tradizione di apertura, e a stretto di giro di posta chiede scusa ammettendo (un applauso) l’errore.
È un portavoce del governo a spiegare bene lo sgradevole capitombolo e la conseguente riparazione. «Il governo britannico acquisisce informazioni linguistiche come parte del censimento scolastico per assicurarsi che gli studenti di madrelingua possano ricevere la migliore istruzione possibile nel Regno Unito. C’è stata segnalata la presenza di uno storico errore amministrativo nei codici linguistici in uso fin dal 2006. Anche se tale errore non ha avuto alcun impatto sull’istruzione ricevuta dagli alunni italiani nel Regno Unito, il governo britannico esprime il proprio rammarico per le offese da questo eventualmente arrecate. Il ministero dell’Istruzione britannico ha modificato i codici in questione e da oggi tutti gli allievi di madre lingua italiana saranno classificati sotto un unico codice».
La diplomazia è lì per medicare le ferite, lievi o pesanti che siano. E alzare la voce, a volte, serve per annullare fastidiosi stereotipi che sembrano estratti dai film. Bene si è mossa l’ambasciata, sollevando il caso e chiedendo un intervento concreto. E bene si è mossa Londra con una risposta veloce e garbata e con l’impegno immediatamente mantenuto di riscrivere quei moduli che hanno irritato la nostra comunità. Adesso negli istituti del Regno impareranno e sapranno che dal 1861 l’Italia è una soltanto. E che la nostra Costituzione del 1948 recita l’indivisibilità del Paese. Sottinteso anche linguistica.