La Gazzetta dello Sport, 13 ottobre 2016
La guerra tra russi e americani è naturalmente molto improbabile, però non impossibile e comunque da un paio di giorni è un pochino meno improbabile, anche se sempre molto lontana

La guerra tra russi e americani è naturalmente molto improbabile, però non impossibile e comunque da un paio di giorni è un pochino meno improbabile, anche se sempre molto lontana.
• Che cosa è successo?
Partiamo dalla fine. Mercoledì prossimo Putin era atteso a Parigi per l’inaugurazione della nuova cattedrale ortodossa sulla riva sinistra della Senna. Senonché Hollande ha fatto sapere che non sarebbe stato presente alla cerimonia, e che non avrebbe partecipato a nessun evento pubblico a fianco del presidente russo. Nessun ostacolo a colloqui privati, lontani dagli occhi del mondo. Ma davanti a tutti, niente. Putin, saputa la cosa, ha immediatamente disdetto il viaggio in Francia.
• Come si spiega questo scambio di sgarberie?
È la conseguenza dei bombardamenti russi e siriani sulla parte orientale di Aleppo. I francesi avevano presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell’Onu per la fine di quel massacro, nel corso del quale, tra l’altro, è stato bombardato un convoglio umanitario che portava agli infelici di quella città, privi ormai di tutto, acqua, cibo, medicinali. Nella loro risoluzione i francesi hanno accusato i russi di quelle stragi, e in questo modo hanno dato a Putin il destro per esercitare il suo diritto di veto. Nel Consiglio di sicurezza dell’Onu basta il veto di uno dei cinque paesi che hanno il seggio permanente (Usa, Russia, Francia, Cina, Regno Unito) perché qualunque iniziativa, anche condivisa dagli altri quattordici membri, sia bloccata. Quindi la posizione francese è che i russi sono dei massacratori e di conseguenza Hollande non vuole farsi vedere in giro con il capo dei massacratori. Per Putin è inaccettabile.
• Si può dire che la Russia è isolata? Che ha contro il resto del mondo?
No, la Russia ha stretto importanti accordi con i cinesi, insieme ai quali l’anno prossimo metterà in scena un’imponente esercitazione militare. Ha ricompattato con i turchi, ha dalla sua gli iraniani, che proteggono anche loro Assad, e sta giocando un ruolo decisivo nella partita del petrolio, mediando tra Teheran e Riad - la capitale dell’Arabia Saudita - perché si arrivi a un qualche contenimento della produzione di greggio sufficiente a tirar su i prezzi. Per il 70% l’economia russa dipende proprio dal greggio.
• Non è isolato a oriente, ma direi che è isolato a occidente. Ho sentito che la Merkel non è aliena dal proporre nuove sanzioni.
Ieri Putin ha parlato per respingere l’accusa, ribadita ufficialmente dagli americani venerdì scorso, secondo cui hacker russi, coordinati da militari russi, sono all’opera per alterare le elezioni americane. Si sa che Putin vede l’elezione di Hillary come un grosso pericolo, e che tifa per Trump - a suo volta molto morbido, nelle sue esternazioni, con Mosca. Ma ieri il presidente ha negato tutto, con gli hacker non c’entriamo, «il popolo degli Stati Uniti farà la sua scelta e noi, in ogni caso, lavoreremo con qualsiasi leader eleggerà. Sempre che, naturalmente, il nuovo leader degli Stati Uniti vorrà lavorare con noi». Il vecchio leader degli Stati Uniti, cioè Obama, intanto ha fatto sapere attraverso il suo portavoce Josh Earnest, che la Casa Bianca sta studiando una «risposta proporzionata» alle incursioni russe nei loro sistemi infeormatici. Risposta che non sarà annunciata prima, e non sarà rivendicata dopo. Ma torniamo a Putin: «L’Occidente accusa la Russia di tutti i peccati e tutti i crimini che si commettono nel mondo, in particolare per l’intervento militare di Mosca in Siria, mentre anche Washington sa chi ha colpito il convoglio umanitario dell’Onu vicino ad Aleppo. È stato uno dei gruppi di terroristi. E sappiamo che gli Usa lo sanno, ma preferiscono dar la colpa alla Russia, perché la Russia è la causa di tutti i peccati mortali. Accuse basate sul nulla, un modo di fare che non aiuta».
• Concretamente? Ci sono eserciti in marcia, armi spianate?
Putin, sulla Siria, aveva raggiunto un accordo con Kerry, al quale il Pentagono era contrarissimo. E, per farlo saltare, i militari americani hanno bombardato per errore Aleppo durante la tregua. Gli americani hanno cominciato a costruire le rampe per piazzare i loro missili in Polonia, e Putin ha risposto annunciando l’intenzione di schierare i suoi missili a Kaliningrad, da dove può colpire sia Varsavia che Berlino. Poi c’è tutto un crima prebellico nel paese: a sud di Mosca (quartiere Kuzminki) è partita una raccolta di fondi per la costruzione di un rifugio anti-atomico, il governatore di San Pietroburgo, Georgy Poltavchenko, ha ordinato di accumulare riserve di grano in quantità tale da poter assicurare tre etti di pane a tutti per venti giorni. La settimana scorsa in scuole, uffici e fabbriche di tutto il Paese ci sono state speciali esercitazioni condotte dalla Protezione civile: cosa fare in caso di attacco, dove si trovano i rifugi contro i bombardamenti, eccetera. Nel quartiere Kisminki sono apparsi manifesti in cui si proclama un’attesa aggressione nucleare da parte di Paesi ostili (Usa e loro satelliti).