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 2016  ottobre 12 Mercoledì calendario

Insieme in palestra, poi prestanome e (forse) spallone. Francesca tradita dall’amore

MILANO Le donne che si innamorano dell’uomo sbagliato spesso sono disposte a fare qualsiasi cosa per lui, fino a pagare direttamente sulla propria pelle le conseguenze del tragico errore. Francesca Persi ha sempre amato Fabrizio Corona, probabilmente senza essere corrisposta o forse solo in minima parte, e pur non essendo una sprovveduta lo ha coperto nei suoi traffici, si è lasciata usare come prestanome, gli ha fatto da spallone, almeno stando agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano che l’ha fatta arrestare con l’ex re dei paparazzi per intestazione fittizia di beni, un reato che rimanda più alla mafia che a una bella donna di buona famiglia romana.
Laureata, 40 anni, alle spalle un matrimonio sfortunato che le ha dato due figli per i quali stravede, Francesca Persi è considerata da chi la conosce donna intelligente e competente. Lavora con Fabrizio Corona da anni, da quando lo conobbe nella palestra di Corso Como dove lui andava ad allenarsi per scoprire i muscoli abbronzati e coperti di tatuaggi che sono stati uno degli elementi fondamentali della sua immagine curata fin nei minimi particolari. Prima di incontrarlo, si muoveva nel mondo della moda dove pare il suo lavoro manageriale fosse molto apprezzato. È stata una delle anime della Fenice srl, ora in liquidazione, nata dalle ceneri della Corona’s, la società fallita dopo l’arresto nel 2007 del titolare travolto dall’inchiesta Vallettopoli.
Negli anni il rapporto tra i due si è cementato al punto che c’è stato un momento in cui si è parlato di una loro presunta relazione amorosa, e forse qualcosa di vero potrebbe anche esserci stato, dice chi conosce le vicende interne al cerchio magico di Fabrizio Corona. Era sua la Fiat 500 con la quale Corona nel 2013 fuggì in Portogallo quando divennero definitive le prime sentenze di condanna e si stavano aprendo le porte del carcere che, poi, lo ha ospitato per circa tre anni. In quel periodo è stata Francesca Persi a occuparsi della nuova società, la Atena, facendo il secondo errore che l’ha portata a San Vittore. Lo ha fatto anche quando Corona è tornato sulla scena organizzando le sue comparsate a pagamento in tutta Italia. A causa delle condanne, Corona non può esercitare «l’attività di impresa» fino al 2023 ed è per questo, sostengono gli inquirenti, che Francesca Persi nel 2014 assunse il ruolo di «prestanome» accettando anche di custodire a casa sua, nel controsoffitto del soggiorno, il milione e 768 mila euro in contanti che sono all’origine degli arresti. «Il denaro è provento del nero della società Atena, la metà di quello che doveva figurare ufficialmente. Sono amica di Fabrizio Corona da molto tempo, lo stesso mi chiese il favore di figurare come amministratrice ma in realtà io sono una dipendente retribuita 2.000 euro al mese», confessa quando i pm la interrogano dopo che hanno trovato il tesoro in una perquisizione. Lei era terrorizzata dopo che i ladri, per ben due volte, erano entrati quando lei non c’era e la seconda avevano sfondato i muri in cerca di qualcosa che altro non potevano essere che i contanti. Agli investigatori che le chiedono se Corona avesse debiti con qualcuno, magari anche persone pericolose, Persi risponde di non saperlo («Non me ne ha mai parlato») ma poi racconta di un litigio tra l’uomo e un «calabrese» in pieno centro a Milano, anche se dice di aver «sempre pensato» che fosse «a causa di una donna».
Per Corona, però, Francesca Persi ha anche portato denaro all’estero. Un borsone con 20/30 buste contenenti ciascuna migliaia di euro, per i pm da 1 a 1,5 milioni in tutto. Tornò a casa la sera stessa ed ebbe anche un incidente per strada. Fece il viaggio altre due volte pochi giorni dopo.
«Per Corona avrebbe fatto qualsiasi cosa», dicono i suoi conoscenti. Ha fatto fin troppo, visto che il gip nell’ordine di arresto scrive che se rimanesse ancora libera potrebbe ancora «influire sulla gestione criminale della Atena».