la Repubblica, 9 ottobre 2016
Il Nobel per la Pace al presidente colombiano Santos, una settimana dopo il referendum che ha detto no alla pace
Il Nobel per la Pace al presidente colombiano Santos, una settimana dopo il referendum che ha detto no alla pace, fa pensare all’annosa contraddizione tra televoto e giuria di qualità al Festival di Sanremo. Il voto popolare ha sempre premiato canzoni bocciate dai giurati esperti, e viceversa. Rarissime le canzoni in grado di mettere d’accordo pubblico e critica. Il regolamento poi porta a sintesi le due scale di valori: il giudizio dell’élite e quello del popolo. Si sa che la democrazia è fatta di compromessi. La giuria del Nobel è tipicamente una élite. Incarna la sensibilità delle classi dirigenti intellettuali e scientifiche europee: i radical chic, secondo la voga destrorso-populista alla quale fa comodo confondere la cultura con il privilegio. Il popolo colombiano, nella sua maggioranza, ha invece mostrato a Santos il pollice verso: è l’antipolitica, direbbero le classi dirigenti in carica alle quali fa comodo confondere la crisi della loro autorità con la sedizione ignorante. La forbice tra “alto” e “basso” si sta allargando non solo nel censo. Anche nel modo di vedere il mondo. Suggerirei a tutti (intellettuali e popolo) di rileggere il saggio regolamento del Festival di Sanremo.
Ps – L’onestà intellettuale obbliga comunque a riferire che il voto popolare premia quasi sempre canzoni orribili. È un problema anche questo.