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 2016  ottobre 09 Domenica calendario

Manca il cibo ma aumentano gli obesi

Riuscite a immaginare qualcosa di più dannoso per la salute dell’abuso di alcol o fumo (naturalmente è una provocazione)? Se la risposta è no, non avete idea di quanto siano deleteri gli effetti di una cattiva dieta alimentare. L’avvertimento arriva dal Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition, un comitato di esperti indipendenti che ha presentato alla Fao un report dedicato ai rischi (e ai costi) di un’alimentazione sbagliata.
Il dossier stima che, in assenza di correttivi, la popolazione in sovrappeso o obesa crescerà dagli 1,33 miliardi di persone del 2005 a 3,28 miliardi nel 2030 (cioè un terzo dell’umanità futura). Anche in Cina, dove il sovrappeso e l’obesità riguarderanno più del 50% della popolazione. E perfino nell’Africa subsahariana, in cui già oggi il totale degli uomini in sovrappeso supera quello dei sottopeso. 
I primi responsabili sono i cibi trasformati e raffinati, quindi la grande industria alimentare il cui peso è cresciuto da un terzo a metà dei consumi dal 2000 a oggi. Intanto, a dispetto di chi ipotizza che il cibo industriale a basso costo sia la carta vincente nella lotta alla fame, i progressi attesi in questo campo vedono un magro bilancio. Gli attuali 795 milioni di affamati, infatti, dovrebbero scendere soltanto a 653 milioni fra tre lustri.
La fame è la causa del 45% dei decessi tra i 16 mila bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni giorno, mentre la denutrizione colpisce un terzo dei nati nei Paesi a basso e medio reddito. Vi è un imperativo morale al quale tutte le nazioni sono chiamate: eliminare la malnutrizione. E per questo, secondo questo studio, occorre cambiare il sistema agricolo dominato da monoculture, e più in generale il metodo di produzione del cibo e la sua distribuzione. Sono i paradossi di un pianeta dove parte della popolazione spende di più per dimagrire che per mangiare, mentre l’altra parte non ha abbastanza cibo per i propri figli.