Il Messaggero, 11 ottobre 2016
La pornografia minorile è in aumento del 543 per cento
Un aumento del 543% della pornografia minorile, che nell’81% vede vittime bambine e ragazze. E una crescita del 148% degli atti sessuali contro minori di 14 anni o di 16 nel caso di parenti stretti e affidatari. Anche qui, con la quasi totalità dei casi, il 78%, al femminile. Sono numeri a tre cifre a raccontare il vertiginoso incremento di reati sui minori, in Italia, dal 2011 al 2015, nel dossier Indifesa di Terre des Hommes, presentato ieri al Senato, in occasione della Giornata mondiale delle Bambine che si celebra oggi.
I REATI SESSUALINel 2015, dai dati Interforze elaborati per il rapporto, sono stati 5.080 i minorenni vittima di reati, a fronte dei 4946 del 2011. Si registrano così una crescita del 3% e un fenomeno che, analizzato per tipo di reato e genere, vede sempre in primo piano bimbe e ragazze, che rappresentano il 60% delle vittime di abusi e salgono all’87% in quelli sessuali e al 91% dei minori entrati nel giro della produzione di materiale porno. Il mostro, spesso, è un coetaneo. Sono 817 i minori maschi che sono stati condannati per violenze sessuali, 267 quelli responsabili di sfruttamento di pornografia o prostituzione minorile. Questione di cultura o meglio di non-cultura dell’altro. Anzi dell’altra.
IL BULLISMO MASCHILE
Una ricerca condotta dall’osservatorio sulla violenze e gli stereotipi di genere di Terre des Hommes con ScuolaZoo, su oltre duemila ragazzi e ragazze tra 14 e 19 anni, ha rivelato che se è vero che i giovani sono consapevoli della questione di genere alla base di molte violenze e la giudicano intollerabile, nell’89,3% dei casi che sale al 92,3% tra le intervistate, lo è pure che sono portati a cercare una giustificazione agli uomini che ne sono artefici. Il 46,3% attribuisce le violenze a «problemi con alcol o altre droghe». Per il 48,7% sono «frutto di una momentanea perdita di controllo». Il 27,6% ritiene che quanti abusano «hanno subito sicuramente abusi da piccoli», o, per il 49,6%, sono «impotenti». Non solo: il 30,2% degli intervistati è convinto che nessuno abbia il diritto di intromettersi nella coppia. Neppure in caso di violenza, appunto. L’Italia machista, che ancora alimenta stereotipi e pregiudizi sul rapporto tra sessi – per il 45,2% degli intervistati, ragazzi e ragazze, «il ruolo della donna è principalmente quello di madre» – si rivela anche un ottimo mercato per la tratta. Nel 2015 sono entrate nel Paese 5.600 minorenni nigeriane sfruttate nel mercato della prostituzione. Erano state 1.454 l’anno precedente. Rimane sommerso il problema delle mutilazioni genitali femminili.
POCHE DENUNCE
Il numero per denunce ad hoc, istituito nel 2009, ad oggi ha ricevuto solo 290 telefonate, tra queste appena due segnalazioni e provenienti da scuole, mai da famiglie. Fin qui l’Italia. Le condizioni di bambine e ragazze nel mondo hanno i numeri dell’emergenza. E della tragedia. Sono 70 milioni le vittime di violenza – ogni dieci minuti, una di quelle vittime muore – e 15 milioni ogni anno le spose bambine il cui numero sale, complessivamente, a 720 milioni per tutte le donne sposate prima della maggiore età. Entro il 2030 saranno quasi un miliardo. Aumentano gli stupri, le schiave sessuali e le prede di guerra. E non solo in Iraq e Siria. Il mercato ha tariffari precisi: nelle zone dominate dall’Isis, per avere una vergine di dodici anni bastano 12.500 dollari. E l’acquisto può avvenire pure tramite App di messaggistica.