CorriereEconomia, 10 ottobre 2016
Barbagallo punta alla riconferma nel 2018. A 71 anni
È passato un mese da quando è esplosa la notizia che il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il predecessore Luigi Angeletti e altri sei dirigenti, tra i quali il leader dei pensionati Romano Bellissima, sono imputati per appropriazione indebita. I soldi del sindacato, secondo i pm romani, sarebbero stati utilizzati per viaggi in crociera nel Nord Europa, acquisti di gioielli e altri regali. Ma il caso, per la Uil, non esiste. La faccenda è stata chiusa con una riunione dell’esecutivo il 20 settembre che all’unanimità ha confermato «la completa stima e la totale fiducia» in Barbagallo e con una intervista dello stesso segretario generale al Fatto quotidiano dove la crociera viene definita «una minchiata» che però serviva per favorire la discussione tra i sindacalisti per mettere a punto la linea da tenere, in particolare sul pubblico impiego.
Nessuno tra i dirigenti ha obiettato nulla, nemmeno la più timida critica e men che meno alcuna richiesta di rimborsare all’organizzazione i 16.500 euro spesi per la crociera sulla Costa Favolosa a Capo Nord o i circa 7 mila euro che sarebbero usati per l’acquisto di gioielli e regali. Come fosse la cosa più normale del mondo. Il processo (la prima udienza c’è stata un mese fa) finirà quasi certamente con la prescrizione. E della faccenda probabilmente non si parlerà neppure nella Conferenza di organizzazione della Uil in programma a Roma dal 3 al 5 novembre. Ma la cosa più clamorosa è che tutti i dirigenti sono convinti che Barbagallo intenda ricandidarsi alla segreteria al congresso del 2018, nonostante abbia già oggi compiuto 69 anni.
Eppure lo statuto della Uil prevede che non possa essere eletto segretario generale chi ha superato «l’età legale prevista per il pensionamento», che attualmente è di 66 anni e sette mesi. Ma questa regola, dice lo stesso statuto, può essere modificata dal Congresso e quindi...
L’impressione è quella di un arroccamento di tutto il gruppo dirigente in una sorta di mummificazione dei vertici ( simul stabunt simul cadent ) e dell’organizzazione, impermeabile alle critiche e allo sconcerto che pure agitano sui social molti iscritti. Ma la rete, evidentemente, è fuori dai radar di via Lucullo. Né ci sono meccanismi che possano smuovere i vertici dal basso. Per esempio, il collegio dei probiviri Uil, presieduto da Renato Ferrari, secondo il regolamento interno, è competente a pronunciarsi solo sui ricorsi di iscritti al sindacato che abbiano subito un provvedimento disciplinare, ma non su esposti che denuncino irregolarità o comportamenti deontologicamente in contrasto con lo stesso statuto. Ma questi sono formalismi. La sostanza è che Barbagallo, diventato segretario generale della Uil nel 2014, dopo essere stato per 14 anni segretario organizzativo, ha il controllo assoluto del sindacato: conosce nel dettaglio il passato di ogni dirigente, è in grado di determinarne promozioni o retrocessioni e questa è la sua forza. E tutto va avanti come sempre. La Uil, tanto per dirne una, a differenza di Cgil e Cisl, non ha messo sui propri siti le retribuzioni dei segretari. Fino a quando?