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 2016  ottobre 10 Lunedì calendario

Lo sciopero dei treni per il Regio decreto sulle corse gratuite. Napoli, lite sui diritti dei parenti di dipendenti

«Agli agenti e loro famiglie vengono concessi annualmente, sulle linee esercitate dall’azienda, biglietti di viaggio e buoni per trasporto di bagaglio gratuito od a prezzo ridotto». 

Recita così l’articolo 34 del decreto che stabilisce il «coordinamento delle norme sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi del lavoro con quelle sul trattamento giuridico-economico del personale delle ferrovie, tramvie e linee di navigazione interna in regime di concessione».

In Campania, però, l’Eav (Ente autonomo Volturno) che gestisce le ferrovie locali Circumvesuviana e Cumana e alcune linee di trasporto su gomma nella provincia di Napoli, ha deciso di abrogare a partire da oggi quell’articolo. Niente più tessere omaggio per i parenti dei dipendenti, obbligo per tutti di acquistare il biglietto. Una cosa normale? Evidentemente no, se nel giro di poche ore (la circolare che dava comunicazione del provvedimento è di venerdì scorso) l’Eav si è trovato con uno sciopero di quattro ore, che scatterà alle 9 di stamattina.

Pare una questione in cui l’attaccamento a un privilegio si trasforma in vertenza sindacale, e in parte lo è. Ma se fosse solo questo non sarebbe una gran notizia, almeno in Italia dove cose del genere non sono più una novità. La particolarità, in questo caso, è proprio in quel decreto che lo sciopero di oggi vuole difendere. Non è un decreto governativo, non è il frutto di qualcosa di cui almeno una volta si sia discusso alla Camera o al Senato. È il Regio decreto numero 148 firmato l’8 gennaio 1931 da Vittorio Emanuele III.

Già sorprende che un provvedimento tanto antico sia ancora in vigore a regolare un settore così in sofferenza come quello del trasporto locale, che nella provincia di Napoli non ha bisogno di scioperi per lasciare a piedi i pendolari. Appena ieri, per esempio, un blackout ha bloccato per ore il traffico della Circumvesuviana, e i viaggiatori più fortunati sono rimasti in stazione, mentre a quelli che è andata peggio è toccato restare chiusi nei treni.

Insomma, qualche problema serio c’è, ma lo sciopero scatta per l’abolizione di un benefit. Guai, però, a chiamarlo così con il leader del sindacato che ha indetto l’astensione. Domenico Monaco, segretario della Faisa Confail, dice che «qui si sta toccando il fondo, dopo decenni di rispetto tra colleghi hanno deciso di iniziare la guerra tra i poveri». E dalla sua pagina Facebook scrive a mo’ di urlo: «Vergognatevi», con una sfilza di punti esclamativi.

Ora si tratterà di vedere quanti lavoratori riuscirà a coinvolgere la Confail, che non rientra tra le maggiori sigle sindacali e dunque non è detto che riesca a bloccare il traffico. Ci sono altri sindacati che non hanno adottato nessuna iniziativa di fronte alla circolare dell’Eav: i loro aderenti oggi lavoreranno regolarmente e garantiranno, almeno in parte, il servizio. 

Per i pendolari, quindi, la speranza di non affrontare l’ennesima giornata di passione — tra l’altro a Napoli c’è anche il blocco delle auto per questioni di smog — c’è ancora. 

Ma il caso rimane comunque. Sindacale e culturale. E un po’ anche strumentale, perché a sentire Umberto De Gregorio, presidente dell’Eav, l’azienda non ha nemmeno chiuso definitivamente il discorso: «Quello che intendiamo fare è regolamentare l’agevolazione sulla base della normativa fiscale e legislativa in vigore oggi. E su questo siamo pronti alla trattativa con i sindacati».