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 2016  ottobre 07 Venerdì calendario

Il prezzo dell’oro è crollato. Ecco perché

Dopo un giorno di relativa calma, l’oro è tornato a perdere quota, fino a ripiegare sotto 1.250 dollari l’oncia sul mercato londinese, il minimo da quattro mesi. E i ribassi rischiano di non essere finiti: i dati sull’occupazione Usa domani potrebbero innescare nuove vendite, mentre gli analisti tecnici cominciano a intravvedere una discesa verso 1.200 dollari.
La soglia dei 1.300 $ era stata violata solo martedì, quando il lingotto aveva perso oltre il 3%, il ribasso giornaliero più pesante da tre anni (si veda il Sole 24 Ore del 5 ottobre). Lo sfondamento del supporto, che reggeva dal 24 giugno, il giorno dopo il referendum per la Brexit, era stato agevolato dalla discesa delle quotazioni sotto la media mobile dei 100 giorni, avvenuta lunedì. Ieri ha ceduto anche quella dei 200 giorni (1.259 $). Il prossimo obiettivo sui grafici è 1.221 $, ma visto l’impeto con cui il lingotto ha invertito la tendenza, avverte Karen Jones, analista tecnica di Commerzbank, «bisogna supporre che verranno testati i minimi di maggio, più vicini a 1.200 $».
L’oro ha registrato una performance eccezionale e del tutto inattesa nel primo semestre, guadagnando il 25%, il miglior risultato da quasi quarant’anni. In seguito si è afflosciato e da qualche giorno è diventato bersaglio di forti vendite da parte degli operatori, convinti che la Federal Reserve presto alzerà i tassi di interesse e che la Banca centrale europea stia valutando un graduale ritiro degli stimoli.
Anche i titoli delle società aurifere sono crollati insieme al lingotto. Almeno per ora, tuttavia, il ritiro degli investistori non riguarda il mercato degli Etf. Al contrario, la discesa dei prezzi ha addirittura indotto ad aumentare la posta in gioco nel caso del VanEck Vectors Gold Miners Etf, che rispecchia l’andamento di un paniere di minerarie: nella sola giornata di martedì, mentre l’oro crollava, il fondo – che dall’inizio dell’anno è in rialzo di oltre il 70% – ha attirato 350 milioni di $ di nuovi investimenti. Gli stessi Etf sull’oro non sono ancora oggetto di riscatti: il patrimonio complessivo mercoledì era di 2.037,5 tonnellate, vicino ai massimi dal 2013.
«Gli attuali movimenti di prezzo sono probabilmente legati a fattori temporanei, più che ai fondamentali», afferma Alistair Hewitt, Head of Market Intelligence del World Gold Council. I ribassi «offrono una buona opportunità di acquisto per i piccoli risparmiatori», aggiunge l’esperto, prevedendo che una ripresa dei consumi fisici riuscirà a risollevare le sorti dell’oro, come era già avvenuto nel 2015.
Anche su questo fronte tuttavia ci sono nubi all’orizzonte. «Si guarda alla banca centrale sbagliata», avverte David Fickling, analista di Bloomberg, invitando a considerare oltre alle mosse della Fed anche quelle della Reserve Bank of India, che ha appena tagliato i tassi ai minimi dal 2011. Questo, prevede Fickling, svaluterà la rupia ed eroderà il potere di acquisto dei cittadini in un paese che rappresenta tra un quarto e un terzo dei consumi globali di oro.