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 2016  ottobre 07 Venerdì calendario

La notte storta di Buffon

Quando l’uomo che di solito salva la truppa nei momenti grami è quello che firma la resa, per fortuna temporanea, significa che gira davvero tutto storto. Gigi Buffon comincia a imprecare prima di rimettersi in piedi: non ha confidenza con le papere e l’ultima volta che gliene è uscita una così comica il suo vice, Donnarumma, aveva 12 anni.
Il portiere manca il pallone e lascia la porta a Vitolo, la Spagna va in vantaggio e dopo essersi tenuta il gioco per un tempo intero rischia di portarsi a casa pure il risultato. Sarebbe stato davvero troppo per Buffon, faccia di una squadra che fatica ma resiste e rilancia. E infatti gli dèi del pallone, il giudice di porta che corregge il tiro sul rigore e De Rossi lo graziano. Questa Italia-Spagna non sarà ricordata per l’erroraccio del numero uno più affidabile che c’è, ma lui resta con lo sconforto negli occhi e il morale di traverso.
L’ultima papera nel 2012
Un precedente esiste, perso all’inizio della nuova era juventina e seppellito sotto miriadi di prodezze. Per rivedere la faccia che aveva ieri il capitano azzurro bisogna tornare al 2 maggio 2012, minuto 85, stesso stadio e stessa porta: la Juve potrebbe vincere il primo scudetto della gestione Conte contro il Lecce, ma deve posticipare il successo perché Buffon sbaglia lo stop e regala il gol a Bertolacci. Mani sui fianchi, sguardo nel vuoto, la voglia di prendersi a pugni da solo tanto per sfogare la frustrazione.
La Juve regolerà poi i conti nella giornata successiva, ma quella notte Buffon manda un sms all’allenatore, come rivela lo stesso Conte nella sua biografia: «Ho sbagliato, chiedo scusa, preferivo rompermi i legamenti». Ora che Gigi ha qualche anno in più speriamo non pensi ad altri baratti improbabili, ma forse un messaggio, magari un emoji, per dare il segno del tempo passato da allora, lo spedirà anche stavolta. Conte gli rispose che poteva tenersi le scuse, che da uno come lui non le voleva proprio. Insieme hanno vinto tre scudetti, Buffon ne ha aggiunti altri due e a questo punto Ventura potrebbe replicare «Speriamo vada come l’altra volta».
La domanda su Casillas
Al fischio finale Gigi sente di averla scampata, non che i tifosi o i compagni potessero rinfacciargli nulla, però essere il responsabile di una zavorra così sarebbe stato deleterio. Due giorni fa, la stampa spagnola gli ha chiesto: «Che effetto fa non vedere più Casillas?», detto che Casillas mancava già all’ultimo incrocio mentre Gigi agli Europei ci è arrivato da protagonista, lì lui ha iniziato a barcollare: «Mi fa pensare che il tempo passa anche per me. La mia carriera non può essere ancora troppo lunga quindi facciamo che sia felice. C’è tempo solo per i bei ricordi». Ecco, ci sarebbe stato forse troppo poco tempo per smaltire un gol incassato così, anche perché la qualificazione ai Mondiali si sarebbe complicata, la tensione sarebbe salita, le critiche a Ventura sarebbero lievitate. Zavorra appunto e negli abbracci che Buffon regala prima di uscire dal campo c’è tutto il sollievo, negli applausi al pubblico c’è la libertà di avere davanti un girone da giocarsi senza ansie da ultima spiaggia. L’assoluzione gliela regala De Rossi: «Anche il più forte portiere della storia può sbagliare, non è una macchina e ci può stare». Sì, una volta ogni quattro anni.