Corriere della Sera, 7 ottobre 2016
Aldo Grasso stronca il programma di Santoro
Michele Santoro è persona civile, né suscettibile né rancoroso, però come si fa a parlare bene del suo ritorno in video? «Italia» è parso un programma nostalgico, autoreferenziale, moralista (Rai2, mercoledì, 21.10). Chiamare una trasmissione con il nome di un dirigibile che non è più tornato non è di buon auspicio, anche perché Santoro è uno che torna sempre.
Era in Rai ed è passato a Mediaset, poi è tornato parlando male del suo datore di lavoro. Era in Rai ed è passato a La7, poi è tornato parlando male di chi l’ha ospitato. «La Rai è la mia casa», dice il conduttore in vena di apologhi. Per introdurre il servizio su Ibiza (un posto che più coatto non si può) espone la metafora del Polo Nord (cioè ricomporre il suo pubblico) e ci spiega che con Berlusconi «era più facile sognare di diventare famoso con il Grande Fratello anziché trovare un lavoro». Il servizio ricorda molto quello di Riccardo Iacona «Tutti ricchi» del 2001. Interviste a Briatore (che non vuole avventori filippini nel suo locale di Dubai), Lele Mora, Iva Zanicchi, Alba Parietti, Paolo Bonolis. Capirai! Per la serie «nuovi linguaggi televisivi», Santoro alterna tre servizi filmati con altrettanti incontri in studio, con Briatore sempre presente.
Arriva Tomaso Montanari a predicare sulla cementificazione del Paese (ci tiene a precisare che insegna all’università). Ideologo come sempre. Intanto, dietro le quinte, Giulia Innocenzi tenta di rovinare Saverio Raimondo. Arriva Geppi Cucciari (Caschetto la piazza ovunque) che forse involontariamente invita al cambio della Costituzione. Arriva Selvaggia Lucarelli a farci riflettere sui social. Capirai! Arriva il solito piagnisteo napoletano. Arrivano Beppe Sala e quel comiziante di Gigi De Magistris. Meno male che a chiudere arriva Alex Zanardi. Alla fine ti vien voglia di rivalutare Briatore. Ben scavato, vecchia talpa!