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 2016  ottobre 07 Venerdì calendario

Commento a Italia-Spagna di Mario Sconcerti

Il pareggio era previsto, meno la qualità istintiva dell’Italia. L’impressione è che abbiamo perso un’ora ad aspettare la Spagna, a guardarla giocare, noi quasi niente, come lontani dalla partita. E la Spagna morbida e sofisticata come una donna che non può più mostrarsi, bella e nascosta, un’idea più che una tentazione. Se avessimo cominciato prima a guardare la porta? Se avessimo aspettato meno e li avessimo costretti a rincorrere? È un rimpianto che credo non abbia senso. Finché la Spagna ha avuto forza ha tenuto chiusa la partita, occupato la metà campo, un eccesso di stile e vanità, pochissimi tiri in porta. Ma giocava molto meglio di noi. Non eravamo noi golosi di aspettarla, era solo l’unica cosa che sapevamo fare. Poi è cambiata la partita, preso il gol abbiamo cominciato a correre. Ventura è stato bravo nel sostituire Pellè con Immobile. Quasi una raffinatezza. Si poteva togliere uno dei tanti centrocampisti, si poteva togliere Eder. La forza fisica di Pellè sembrava necessaria per cercare il recupero. Ma la velocità di Immobile, i suoi spostamenti, hanno alla fine cambiato la partita. Il gol è venuto su rigore, difficilmente l’Italia segna contro le grandi squadre. Ma anche la Spagna ha avuto bisogno di un errore doloroso di Buffon per andare in vantaggio. Il risultato è giusto, risponde alla realtà aspra della nuova Spagna e a quella magra dell’Italia. Siamo due buone squadre a metà. Loro bravi a tenere sempre il pallone, noi a farlo correre in fretta quando serve. Un giorno qualcuno ci spiegherà perché contiamo i minuti del possesso palla: a che serve se non incidono sul risultato? Se tenere tanto o poco il pallone è la stessa cosa vista alla rovescia? Alla fine direi che va bene così, guadagniamo tutti tempo, ne abbiamo bisogno. Non per qualificarci al Mondiale, ci andremo entrambi, ma per far venire avanti le generazioni. Stavolta ha debuttato Romagnoli e si è rivisto Belotti, Immobile ha confermato la sua crescita, Florenzi la sua corsa. Altri sono in arrivo, come Verratti, Berardi, Benassi, Politano, Pellegrini. Qualcosa si muove là in fondo. Dovrebbe avere più costanza nel coraggio anche Ventura. L’Italia ha pareggiato e promesso quando i comandamenti della vigilia sono saltati e siamo andati solo di rabbia. La conclusione è un buon risultato per come è venuto e per qualche promessa sparsa. Ora è tempo di una ricerca più attenta di personalità.