La Stampa, 7 ottobre 2016
C’è una vecchia storia di bond azzerati che lega Banca Etruria e Monte dei Paschi
C’è una vecchia storia che lega i casi di Banca Etruria e Monte dei Paschi. Bond subordinati e operazioni finanziarie spericolate. Chiusa con una perdita per Mps. E dove appare anche l’attuale amministratore delegato di Mps, Marco Morelli.
Nel 2008 Morelli era amministratore delegato di Mps Capital Services, la banca dedicata alle imprese dell’istituto senese. Nel febbraio di quell’anno era arrivato da Capital Services ad Arezzo Luca Bronchi, diventato poi direttore generale e adesso indagato nel dissesto di Etruria. A maggio viene lanciato un aumento di capitale da 160 milioni di euro. Ufficialmente per finanziare l’espansione dell’istituto.
In realtà proprio in quei mesi emergono i primi scricchiolii. Il patrimonio è vicino ai limiti minimi e una ispezione di Bankitalia aveva già evidenziato problemi del sistema dei controlli e nella gestione dei rischi che porteranno al collasso dell’istituto. Così, con l’aumento di capitale ancora in corso, viene deciso di emettere anche un bond subordinato. Poco cosa, appena 12 milioni di euro, ma della categoria più rischiosa e più vicino al capitale: Upper Tier II. Tasso variabile, con un rendimento di tutto rispetto: 250 punti base sopra l’euribor a tre mesi. A curare l’operazione è Mps Capital Services. Solo che evidentemente gli investitori non se lo strappano proprio dalla mani. Finisce a una finanziaria di Padova, Classica spa. Tra i suoi soci, una serie di imprenditori veneti alcuni dei quali legati ad Antonveneta come i Tabacchi (ex Safilo) e i Boscolo (hotel).
Le date sono importanti: siamo nel 2008 e Mps ha appena acquisito proprio Antonveneta. L’operazione, annunciata novembre del 2007, viene infatti finalizzata solo il 30 maggio dell’anno successivo. Ma nell’operazione in sé non c’è nulla di strano. Solo che Classica non compra con soldi suoi. Se li fa prestare da Mps: 12 milioni (quanto il bond) rimborsabili in un’unica rata (nel 2018, quando scade il bond) e con in interessi pagabili ogni trimestre, quando arrivano le cedole dei bond. L’interesse? Euribor più 150 punti base. A garanzia del prestito vengono date in pegno le stesse obbligazioni subordinate.Tradotto: a Classica, senza cacciare un euro e senza rischi, resta in tasca l’1%. 120 mila euro all’anno per non fare nulla.
Che tutto non sia proprio a posto, in questa storiella, lo dimostra però quanto succede solo qualche mese fa. Debito azzerato ocn tante scuse. È successo che Classica è stata comprata dalla Intermedia di Giovanni Consorte. Etruria invece è finita in risoluzione e tutti i suoi bond subordinati, compreso quello da 12 milioni in pancia a Classica, vengono azzerati. Intermedia non ci sta e chiede conto a Mps del pasticcio.
A raccontare l’epilogo è l’ultimo bilancio di Intermedia Invest. Mps Capital Services ha cancellatto oltre 11 milioni di debito (10,8 di capitale più 200 mila euro di interessi non pagati) e cancellato il pegno sui titoli. Tolti gli interessi incassati fino al 2015, quando Etruria viene commissariata e interrompe il pagamento delle cedole, equivale appunto a chiudere tutto con molte scuse.
Consorte però non si rassegna: nel bilancio 2015 di Intermedia i bond vengono svalutati, ma solo per l’80%. Con la speranza di poter recuperare almeno una piccola parte di quell’affare nato male e finito peggio.