La Stampa, 7 ottobre 2016
Una colletta per Deutsche Bank
La salvezza di Deutsche Bank potrebbe passare per una colossale colletta organizzata dalle maggiori compagnie industriali quotate della Germania. È quanto rivela Handesblatt, al quale fonti ben informate hanno riferito che gli amministratori delegati delle più grandi aziende tedesche starebbero valutando un’iniezione di capitale congiunta a favore dell’istituto tedesco nell’ordine di alcuni miliardi di euro. Tale piano vedrebbe le società acquistare azioni del gruppo in modo da aumentarne la liquidità. Tra le diverse problematiche che affliggono l’istituto, la preoccupazione più urgente è la multa da 12,5 miliardi di euro inflitta dal dipartimento di Giustizia Usa per il ruolo di Deutsche Bank nella crisi dei mutui del 2008. Non solo. La più grande banca è accusata dalla Consob tedesca di collusione con Mps per aver nascosto perdite attraverso un’operazione denominata “Santorini”. Deutsche Bank ha però negato l’addebito sostenendo che si tratta di una mera modifica della metodologia di contabilizzazione senza impatto sugli utili. Una sintesi del documento di verifica del bilancio commissionato dall’Autorità federale per la supervisione del settore finanziario è stata pubblicata dall’agenzia Bloomberg sostenendo che manager di Deutsche Bank, per 30 clienti, realizzarono 103 operazioni simili a una fatta con Siena per un ammontare complessivo di 10,5 miliardi di euro: e in 37 casi, nel 2013, modificarono la contabilizzazione trasformandole da crediti in derivati. Mentre Mps è stato l’unico cliente ad avvalersi dell’escamotage per aggiustare i propri conti, Deutsche Bank tra il 2008 e il 2010 non avrebbe contabilizzato in maniera corretta operazioni simili fatte con banche di vari paesi, dall’Italia all’Indonesia. Inoltre i suoi manager non avrebbero autorizzato adeguatamente l’operazione Santorini né l’avrebbero riesaminata bene dopo una convocazione della Fed nel 2012.