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 2016  ottobre 06 Giovedì calendario

Maldini fa irritare i cinesi con le sue condizioni

Tre in questa storia non è il numero perfetto e il fatto che la regola valga per Paolo Maldini, il 3 di una vita milanista, è un paradosso. La vicenda più interessante del settembre rossonero ha avuto una svolta in 24 ore: ieri si è capito che molto probabilmente l’ex capitano del Milan non entrerà nella (possibile, probabile) nuova società cinese. Maldini sulla Gazzetta di ieri ha voluto fare chiarezza sulla sua posizione e ha chiesto una risposta a Marco Fassone, a.d. designato. La sostanza: Maldini si immagina responsabile delle decisioni della parte sportiva, in una diarchia simile a quella vissuta recentemente con Adriano Galliani e Barbara Berlusconi. Sino-Europe, attraverso Fassone e Han «David» Li, ha proposto una gestione a tre. Eccolo, il numero che ritorna: le decisioni tecniche nei loro piani verrebbero prese da Fassone, Maldini e dal d.s. Massimiliano Mirabelli. Una gestione collettiva, come in un board. Si è capito che le due posizioni al momento non sono conciliabili. Fosse calciomercato, si userebbe una vecchia frase fatta: «c’è distanza tra le parti». Fassone aspetta un passo indietro di Maldini, un ridimensionamento delle ambizioni che al momento non è all’orizzonte. Paolo aspetta da Fassone una risposta, che non arriverà. Per questo la trattativa è a un punto morto. Magari non saltata completamente, ma ad altissimo rischio.

MIRABELLI IN CARICA
Problema numero 1: Sino-Europe non ha gradito la scelta di Maldini di parlare della sua situazione, come se tra le parti ci fosse un accordo per il silenzio. Problema numero 2: Paolo ha chiesto di conoscere gli investitori, desiderio comprensibile in questo momento di poche certezze. Altrettanto comprensibile che Han Li si sia sentito un po’ snobbato. Problema numero 3: domanda e offerta, da un punto di vista economico, non coincidono. I tifosi milanisti su Gazzetta.it si sono espressi con percentuali clamorose. Domanda: «Paolo Maldini direttore tecnico con pieni poteri del nuovo Milan: è una buona idea?». Risposta: per il 93,8% dei lettori, sì. Quelle 20mila persone probabilmente chiedevano al mercoledì un altro passo avanti sulla strada per la firma. Invece, forse non per caso, Sino-Europe Sports ha pubblicato un altro comunicato: «SES ha il piacere di informare che, a far data dal closing, Massimiliano Mirabelli entrerà a far parte del management team di AC Milan, collaborando direttamente con l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Marco Fassone nella gestione dell’area sportiva. SES dà il suo più caldo benvenuto a Massimiliano e gli formula i migliori auguri di buon lavoro». Le parole «direttore sportivo» non compaiono, ma è chiaro che il ruolo sarebbe quello: pieni poteri nelle trattative e nella ricerca giocatori.
IL DIRETTORE TECNICO E Maldini allora? Maldini per Sino-Europe sarebbe un direttore tecnico. Ieri sul tema si è intuito di più. Si è capito quali sarebbero state le sue occupazioni. Alcune rientrano nell’ambito tecnico: prendere le decisioni dell’area sportiva con Fassone e Mirabelli, definire l’indirizzo del settore giovanile, partecipare ad alcune trattative di mercato su richiesta di Fassone. Altre sono più diplomatiche, relazionali: rappresentare il Milan nelle sedi istituzionali (Uefa, Eca,...), gestire i rapporti tra società e squadra, essere presente agli allenamenti e alle partite, diventare un ambasciatore del club, avere la responsabilità dell’inserimento dei nuovi acquisti, sovraintendere al rispetto del regolamento interno del club. Per Paolo è troppo poco, troppo lontano dalla sua idea di Milan.

IL PROSSIMO PASSO
Il punto è che la figura di direttore tecnico, con questi poteri, è stata pensata specificamente per Maldini. Fassone e Han Li, dopo il primo incontro, hanno pensato di essere sulla strada giusta e in quei giorni sì, l’accordo sembrava vicino. Poco tempo dopo, la situazione è in alto mare. Se Paolo non accettasse la proposta di Fassone, Sino-Europe non offrirebbe lo stesso ruolo a un altro ex milanista. L’idea di inserire in società Ambrosini, forse Albertini, Baresi o altra bandiera non è tramontata, ma almeno rinviata. Primo, Fassone non avrà fretta. Secondo, offrirà agli altri candidati una posizione meno importante, più o meno «alla Nedved», dirigente che alla Juventus fa parte del consiglio di amministrazione ma non ha lo stesso peso di Marotta e Paratici nella scelta degli obiettivi di mercato. Questo ha detto mercoledì 5 ottobre, il giorno in cui il vento ha strappato la bandiera del Milan 2017.