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 2016  ottobre 06 Giovedì calendario

Dieci anni di buio su Anna Politkovskaja

Dieci anni. Tanti ne sono passati da quando, quel 7 ottobre del 2006, Anna Politkovskaja venne ritrovata cadavere nell’ascensore del palazzo in cui abitava a Mosca. Il suo nome, soprattutto all’estero, era ormai divenuto un simbolo: di opposizione al potere totale putiniano e di un giornalismo “civico”. Il suo omicidio fece rumore; sia in Europa che negli Usa si levarono alte le voci perché le autorità russe dessero un nome ai colpevoli. Le condanne fioccarono. Ma senza mai svelare sino in fondo la nera trama che avvolge la sua morte. Che anzi, in un certo senso ha fatto “scuola”. Le indagini, infatti, portarono verso dei ceceni, accusati di essere gli esecutori materiali dell’omicidio. Il mandante, secondo il procuratore Yuri Chaika, sarebbe stato invece un non meglio definito «residente all’estero», la cui intenzione era quella di destabilizzare la Russia.
I media cucirono ben presto l’abito della colpa indosso a Boris Berezovskij, l’ex “padrino” di Vladimir Putin fuggito in esilio a Londra dopo aver perso la battaglia con lo zar. Ma la verità attende ancora, dieci anni dopo.