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 2016  ottobre 05 Mercoledì calendario

Perché il nome di Paola Muraro è finito nelle carte di Mafia Capitale

Da Buzzi a Panzironi e Fiscon, dai contratti d’oro alle intercettazioni. La rete che collega l’assessore Paola Muraro agli imputati eccellenti di Mafia Capitale non era fatta soltanto da relazioni istituzionali, che per la consulente Ama sarebbero state inevitabili, visto il ruolo rivestito fino a due anni fa dai protagonisti dello scandalo giudiziario. Quelle relazioni avvantaggiavano la Muraro, indagata per abuso d’ufficio insieme a Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, che riceveva favori dagli ex vertici Ama. La procura sta ancora verificando, ma le maglie di quella rete dovevano essere assai più strette di quanto non sia già emerso perché, nonostante la bufera e le polemiche, nello staff dell’assessore sono finite due persone assunte nella Parentopoli della municipalizzata e licenziate dopo il processo che ha portato alla condanna di Panzironi (cinque anni e tre mesi) e di altri manager Ama. Elena Di Pisa e Gloria Rojo, fedelissima dell’ex ad. Le intercettazioni sono un altro capitolo di questa vicenda e, se nel corso delle indagini su Mafia Capitale la procura non le ha ritenute di rilevanza penale, alla luce dell’indagine che riguarda l’assessore, potrebbero assumere un nuovo significato e raccontare un altro pezzo di questa storia. Non a caso i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Paolo Ielo e il pm Alberto Galanti le hanno acquisite, disponendone la trascrizione integrale.
LE CONSULENZE
L’assessore all’Ambiente è consulente di Ama dal 2004 al 2016, per quel periodo risultano compensi per un milione e 136mila euro. Ma c’è un capitolo che riguarda altri incarichi, quelli frazionati, che non rientrano nel conteggio complessivo e, a fronte di un impegno minimo, garantivano all’attuale assessore decine di migliaia di euro. I carabinieri del Noe stanno ancora facendo il punto sul lungo elenco di consulenze che, con la nomina di Panzironi alla carica di ad Ama, crescono nei compensi senza aggiungere nuove mansioni. I contratti, infatti, dopo il 2008, schizzano da 30mila a 80mila euro. Nel 2010 raggiungono i 100mila euro. Accordi di un anno, come referente Ippc per gli impianti di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia e di via Salaria, ma che prevedono anche l’assistenza legale, pagata a prescindere dall’effettivo impegno della professionista. Quanto a Fiscon, l’incarico affidato dall’attuale imputato di mafia capitale, ex dg Ama, prevedeva per Muraro l’assistenza nei processi a spese dell’azienda anche nel caso in cui il Tribunale riconoscesse il dolo del funzionario. Circostanza che renderebbe impossibile ad Ama la rivalsa sui propri dipendenti infedeli. Ci sono poi i contratti satellite degli ultimi anni: quello da 25mila euro per un accesso agli atti in Regione e altri sette, all’esame dei militari, per 500mila euro. Oltre alla consulenza per la bonifica di Ponte Malnome e all’incarico svolto senza una lettera di affidamento, ma ugualmente riconosciuto dall’azienda.
LE TELEFONATE
È da una telefonata del 20 settembre 2013, agli atti di Mafia Capitale, che risulta chiaro come il ruolo di Paola Muraro in Ama non fosse quello di semplice consulente. Perché il ras delle coop Salvatore Buzzi si rivolge proprio all’attuale assessore, chiamandola al cellulare, per chiedere lumi sulla gara da 21,5 milioni per la raccolta dei rifiuti, indetta da Ama. Eppure la Muraro, formalmente non aveva a che fare con gli appalti. Alla maxi commessa concorre il consorzio bolognese Cns, che annovera tra i consiglieri di vigilanza proprio Buzzi. Per la procura, l’accordo prevedeva che, una volta assegnata la commessa, la gestione dei servizi fosse assegnata alle coop. Buzzi vuole sapere a che punto sia la pratica e informare i suoi, a Bologna, sulla richiesta di chiarimenti di Ama. Annotano i carabinieri: «Buzzi chiama Paola Muraro di Ama spa la quale gli riferiva che la richiesta di chiarimenti era stata inviata dal Cns di Bologna, ed entro il giorno dopo alle ore 12 sarebbero dovuti arrivare i chiarimenti, dal momento che la busta B sarebbe stata aperta alle ore 13». Nei giorni precedenti è stata proprio la Muraro, su richiesta di Fiscon, a prendere l’iniziativa, e inviare a Buzzi alcuni sms per fare il punto sulla gara. Ma agli atti ci sono anche tante conversazioni intercettate con Fiscon e Panzironi. É quest’ultimo, diventato presidente di un’altra municipalizzata, a promettere nuovi incarichi alla Muraro.
PARENTOPOLI
Elena De Pisa, una dei 41 assunti per chiamata diretta ad Ama, in barba alla legge Brunetta, e licenziata dopo lo scandalo Parentopoli, a poche ore dalla rimozione era già tornata nella municipalizzata, reclutata dallo «Studio di consulenza ambientale della Muraro». Circostanza immediatamente comunicata all’azienda che autorizza l’ingresso della «collaboratrice» nelle strutture di Rocca Cencia e Salario. La collaborazione va avanti perché adesso, Paola De Pisa fa parte dello staff Muraro. Non è l’unica. Nello staff Muraro c’è anche Gloria Rojo, un’altra dei 41, fedelissima di Panzironi, segretaria dell’ad di Ama. La Rojo era anche azionista di maggioranza della Hgr, società di recupero crediti, creata nello studio legale Sammarco e presieduta da Virginia Raggi.