La Gazzetta dello Sport, 5 ottobre 2016
L’ultima sul caso Cucchi è questa: che, secondo il collegio dei periti, presieduto dal professor Francesco Introna, quel giovane disgraziato non è morto per le percosse dei carabinieri o della polizia, e neanche per l’incuria dei medici: a ucciderlo è stata «una morte improvvisa e inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci epilettici»

L’ultima sul caso Cucchi è questa: che, secondo il collegio dei periti, presieduto dal professor Francesco Introna, quel giovane disgraziato non è morto per le percosse dei carabinieri o della polizia, e neanche per l’incuria dei medici: a ucciderlo è stata «una morte improvvisa e inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci epilettici».
• Sa che mi ricordo le foto, ma non la storia?
Notte tra giovedì e venerdì 16 ottobre 2009: Stefano Cucchi e un suo amico vanno in giro per il Parco degli Acquedotti, a Roma, a bordo di due macchine. Fanno gli spiritosi guidando le auto affiancate. I carabinieri li fermano e li portano alla stazione Casilina. Stefano è un epilettico, un tossico, già nei guai per aver forzato un posto di blocco qualche anno prima. Adesso lavora da geometra con il padre. Ha addosso 20 grammi di hascisc «ben confezionato», due grammi di coca e quattro pasticche di ecstasy. Troppo. Lo chiudono nella cella della stazione e mandano via il suo amico. Lo processano per direttissima il giorno dopo. Il giudice, dottoressa Maria Inzitari, s’accorge che il giovane è malmesso, faccia gonfia, zoppica. Dispone perciò una visita medica e rinvia l’udienza al 13 novembre. Ad assistere al dibattimento ci sono i genitori. Vedono la faccia tumefatta del figlio. Quindi gli vanno dietro, per assisterlo sul piano giudiziario (Stefano ha anche rifiutato l’avvocato di fiducia) e su quello medico. Ma non riescono a sapere fino al lunedì dove il figlio sia stato ricoverato. I rappresentanti dello Stato lo hanno infatti portato prima al Fatebenefratelli, poi, su richiesta di Stefano, l’hanno rimesso in cella per un’ora, quindi, siccome stava male, l’hanno trasferito al reparto carcerario dell’ospedale Pertini, dove finalmente i genitori hanno potuto vederlo. Padre e madre chiedono di parlare con i medici e gli viene risposto che ci vuole il permesso del Tribunale. Ventiquattr’ore dopo, col permesso del Tribunale in mano, si sentono dire dagli agenti che ci vuole anche la controfirma della direzione di Regina Coeli. Ci vuole un altro giorno di attesa. Giovedì, con tutti i bolli a posto, il figlio è finalmente visibile. E glielo fanno vedere. Però, cadavere. S’è saputo poi che, prima di rendere l’anima, aveva chiesto una Bibbia. Non gliel’hanno data.
• Da quanto capisco, adesso agenti e medici sono tutti innocenti. La colpa è solo della malattia.
Ci fu un primo grado con qualche condanna, poi vennero tutti assolti in Appello, ma la Cassazione impose una revisione parziale di questo Appello - chiedendo che si riesaminassero le posizioni di cinque dei sei medici coinvolti - perché il dibattimento non aveva tenuto conto delle troppe ferite della vittima. Questa revisione non è ancora stata completata, ma intanto i familiari di Cucchi, del tutto insoddisfatti per quell’assoluzione generale dell’Appello, chiesero al Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone. E Pignatone li accontentò, nominando un collegio di periti medici e dando il via a un’inchiesta bis. Quello che abbiamo riferito all’inizio è l’esito di questa inchiesta bis, che peserà parecchio anche sulla revisione dell’appello.
• Come si spiegano le numerose lesioni riscontrate sul corpo di Cucchi, le profonde ecchimosi alla schiena con tre vertebre fratturate, la mandibola a pezzi, l’occhio schiacciato nell’orbita con vasti ematomi alle palpebre?
Secondo i periti, l’ipotesi più forte è la morte sia dovuta all’attacco epilettico improvviso. Questo non significa che Cucchi non sia stato picchiato e seviziato, ma solo che «le lesioni non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l’eventuale».
• Vale a dire?
Lo avranno pure brutalizzato, ma non è questo che lo ha ucciso. La faccenda è spiegata in un atto istruttorio di 250 pagine.
• E quindi?
Cinque carabinieri restano indagati. Tre di loro per lesioni personali aggravate e abuso d’autorità, e altri due per falsa testimonianza. I periti ritengono possibile anche che la morte sia avvenuta per la frattura all’osso sacro, ma pensano che questo sia meno probabile. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha rilasciato una dichiarazione in cui accusa i periti di aver alzato «una cortina di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza la causa di morte di Stefano. L’ipotesi della morte per epilessia, dichiarata all’inizio come la più probabile, nelle conclusioni viene definita “priva di riscontri oggettivi”».