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 2016  ottobre 04 Martedì calendario

Morto Bernardo Caprotti chi prenderà il suo impero? Il rebus della successione

Circa 200 persone hanno riempito ieri mattina la piccola chiesa di San Giuseppe, a due passi dal Teatro alla Scala, nel centro di Milano, per assistere ai funerali del fondatore di Esselunga Bernardo Caprotti. L’imprenditore è scomparso venerdì scorso sulla soglia dei 91 anni. Sedute in prima fila le due famiglie dell’imprenditore: a sinistra la seconda moglie Giuliana Albera e la figlia Marina Sylvia, a destra i figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, presenti per dare dare l’addio al padre nonostante i rapporti burrascosi, sfociati in una lungo contenzioso giudiziario (ora in Cassazione) sulla proprietà delle quote di Esselunga. Ai funerali, voluti dalla famiglia in forma privata, hanno partecipato quasi esclusivamente i parenti e i collaboratori più stretti di Caprotti. La salma di Caprotti è stata tumulata nel cimitero di Albiate, in provincia di Monza, dove l’imprenditore era nato nel 1925.
Ieri mattina i 152 supermercati Esselunga sono rimasti chiusi per lutto. Il gruppo Esselunga nel 2015 ha realizzato un fatturato di 7,3 miliardi e vanta un patrimonio netto di 2,3 miliardi.
L’attenzione ora è a mercoledì quando, probabilmente, sarà aperto il testamento presso il notaio Marchetti di Milano. Il 91,57% della holding Supermarkets Italiani è intestata all’Unione fiduciaria e il resto a Bernardo Caprotti. Dalle scelte del fondatore dipenderà il destino di Esselunga: secondo il codice civile, il 50% della successione, cosiddetta legittima, andrà divisa fra i tre figli – Giuseppe, Violetta e Marina – e un altro 25% va all’attuale coniuge, Giuliana Albera. Rimane da verificare le disposizioni date sul restante 25%, che potrebbe fare la differenza. Al momento l’ultima moglie (25%) con la figlia Marina (16,6%) controllerebbero il 41,6% del gruppo. Se a loro fosse attribuito anche il rimanente 25% avrebbero il controllo assoluto (il 66%) e sarebbero anche in grado di realizzare operazioni societarie per le quali è richiesta la convocazione di una assemblea straordinaria.
La morte di Caprotti ha congelato il processo di ricerca avviato dallo stesso Caprotti con l’incarico alla banca Usa Citigroup di vagliare e negoziare le manifestazioni di interesse da parte di Blackstone, Cvc e Bc partners. L’interesse a continuare un negoziato con i fondi d’investimento (ma anche di terzi) dovrà essere manifestato dai nuovi azionisti di controllo. In passato Giuseppe e Violetta gestirono l’azienda in assenza temporanea del padre. L’altro ramo della famiglia non ha alcuna competenza gestionale; potrebbe però affidarsi all’attuale team, guidato dall’amministratore delegato Carlo Salza.
L’ipotesi peggiore è che un assetto di comando incerto possa generare contenziosi e portare alla paralisi (anche giudiziaria) dell’azienda.