La Gazzetta dello Sport, 4 ottobre 2016
Ritratto di Manuel Locatelli, il ragazzo d’oro del Milan
La versione beta di Milan-Sassuolo, diciamo una prova generale, c’è stata in un vecchio torneo «Niccolò Galli». Walter De Vecchi ha allenato Manuel Locatelli per tre stagioni al Milan e ricorda bene quella partita del 2011: «Perdevamo contro l’Atalanta, come contro il Sassuolo domenica. Niccolò aveva un gran male a un braccio, che sembrava quasi rotto, e voleva uscire. Gli ho detto di stare dentro e ha fatto un gran gol, staccando benissimo di testa. Abbiamo rimontato, dilagato fino al 6-2 e vinto il torneo». Ci sono similitudini. Il Milan questa volta non vincerà il torneo ma Manuel Locatelli sembra tanto l’evoluzione di quel ragazzino. Milan-Sassuolo ha rivalutato tre istituzioni: il play italiano, l’esultanza alla Tardelli e il pianto degli sportivi.
TARDELLI E GROSSO Alla rovescia, prima il pianto. Questa estate, all’Olimpiade, c’è stato un momento in cui piangevano tanti campioni, Djokovic su tutti. Nel calcio succede raramente. Locatelli domenica sera ha pianto in diretta tv e i milanisti si sono commossi: in anni di smarrimento di identità, un giocatore che lacrima per il rossonero scalda i cuori. Il commento è stato in linea con i sentimenti: «Dietro queste lacrime c’è tutto il sacrificio che ho fatto per arrivare qui. Devo ringraziare la mia famiglia, i miei amici, che mi sono stati vicini». L’esultanza invece ha chiamato in causa due paragoni. A istinto, Tardelli, come per tutte le grandi corse con urlo. Rivedendolo, Fabio Grosso: la stessa faccia, la stessa sensazione da «non ci credo». Il gol del resto meritava: sinistro al volo da fuori, per noi la «Perla» della settimana, il miglior gesto tecnico di giornata davanti alla parata di Handanovic su Dzeko e al dribbling con gol di Meggiorini. La palla allontanata dalla difesa dopo il cross di Niang ha rimbalzato due volte. Locatelli è stato costretto a trovare la coordinazione in due passi e a impattare col sinistro, non il suo piede: tenere la palla bassa era tutto tranne che facile.
CARATTERISTICHE I paragoni per Manuel non finiscono qui. Qualcuno dice che in campo ricorda Montolivo, altri che ha idee alla Pirlo, i romantici pensano a Redondo. L’importante è non esagerare: è di sicuro un buon giocatore, può arrivare in Nazionale ma non è il salvatore del Milan. Locatelli è un play lineare, intelligente, che calcia bene di destro e sinistro. Oltre il gol di Sassuolo, guardare come lancia col piede debole. La lentezza può essere un problema ma i suoi allenatori sono convinti che, in fase di possesso, Manuel compensi con la rapidità di pensiero. Vede prima la giocata e fa viaggiare la palla. Il Milan è molto soddisfatto per il miglioramento di alcuni parametri fisici e ringrazia MilanLab. In sintesi, sei mesi fa Locatelli aveva valori atletici non all’altezza della A, oggi sì. Paolo Vanoli, ex c.t. dell’Italia Under 19 diventato collaboratore di Ventura in Nazionale, lo ha portato all’Europeo di luglio sotto età e non si è pentito: «La personalità calcistica e la professionalità sono di alto livello. Poi ha una famiglia intelligente. Prima della semifinale dell’Europeo abbiamo montato un video motivazionale con i messaggi dei genitori. Manuel, come alcuni compagni, si è emozionato». La Nazionale U19 ha cambiato selezionatore ma Locatelli è ancora lì, convocato da Baronio. La destinazione però pare passeggera: un quasi titolare del Milan sembra materiale per l’U21 di Di Biagio.
7+3 Novembre dirà di più. Lunedì 3 ottobre invece è stata la giornata di Manuel. Albertini, Montolivo (già domenica sera) e De Sciglio gli hanno dedicato commenti social. Su Twitter si sono letti commenti e articoli sul 73 anche da siti spagnoli e indonesiani, che non si scomodano tutti i weekend. A proposito del numero di maglia, occhio alla coincidenza: Manuel ha il 73 e ha segnato al minuto 73. L’orologio è un caso, il numero no: sette più tre uguale 10, maglia a cui Locatelli è legato. La sua posizione è differente da quella dei 10– non dietro le punte, davanti alla difesa – ma più di qualche volta Manuel ha preso il pennello e creato. In Belgio alla prima in azzurro oppure contro l’Austria all’Europeo: gran gol su punizione, non una specialità della casa.
ATALANTA Il popolo rossonero non sembra preoccupato. Lascerà le punizioni a Bonaventura e si godrà i miglioramenti di Locatelli. De Vecchi, allenatore chiave nella sua formazione come Cristian Brocchi, dice che Manuel lavora benissimo sulle linee di passaggio e racconta un altro episodio: «Lo facevo giocare in tutti i ruoli. Una volta, contro l’Atalanta, l’ho fatto giocare centravanti per abituarlo a giocare spalle alla porta, a trovare soluzioni avendo un uomo addosso. È finita che ha segnato un gol e abbiamo vinto». L’avversario ritorna. L’Atalanta, a cui il Milan lo ha strappato con uno dei classici sgarbi tra club. L’Atalanta, a cui quella volta segnò di testa con il braccio quasi rotto. Il calendario dice che Milan-Atalanta arriverà il 17 dicembre, cinque giorni prima della sosta: Gasperini spera non ci siano regali di Natale.