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 2016  ottobre 03 Lunedì calendario

Intervista al nuovo presidente del Sole 24 Ore, un traghettatore con il compito di tagliare

«Faccio il traghettatore per quaranta giorni», si schermisce Carlo Robiglio, fresco di nomina a presidente del consiglio di amministrazione del Sole 24 Ore dopo l’addio di Giorgio Squinzi.
Cinquantatre anni, una laurea in Giurisprudenza alla Cattolica, Robiglio è fondatore, presidente e amministratore delegato della holding di partecipazioni Ebano S.p.A., che opera principalmente nel settore editoriale e nella digital economy. Il manager novarese vanta un palmarès lunghissimo all’interno di Confindustria: è presidente del Comitato Regionale di Piccola industria di Confindustria Piemonte, membro del Comitato centrale della Piccola Industria di Confindustria Nazionale e del Consiglio generale di Confindustria per il biennio 2015-2017. È inoltre direttore della rivista nazionale di Piccola Industria di Confindustria «L’Imprenditore». A Novara, con l’amico editore Roberto Cicala, ha trasformato «Interlinea» da piccola editrice di provincia in una delle realtà editoriali più promettenti a livello nazionale.
Robiglio, perché si definisce un «traghettatore»?
«Perché la mia nomina è pro tempore, per 40 giorni, e quella del presidente è una figura istituzionale, che ha la funzione di collegamento tra Confindustria e il giornale».
Ci sarà un aumento di capitale, vista la difficile situazione dei conti del Sole?
«C’è già la riconvocazione dell’assemblea e la ricostituzione del consiglio di amministrazione, e Confindustria ha già dato disponibilità per sostenere la copertura economica e l’aumento di capitale».
La ricetta per risollevare i conti su cosa si basa?
«Occorrerà intervenire e ridurre tutti quei settori, a mio avviso esterni all’attività editoriale, su cui il business non ha dato i risultati sperati e valorizzare invece quella che è l’identità del giornale».
Il supplemento della domenica è un costo o un fiore all’occhiello del Sole?
«È assolutamente un fiore all’occhiello, uno di quegli elementi che costituiscono un valore aggiunto importante per il giornale».
A che cosa è dovuta la crisi economica del gruppo editoriale di Confindustria?
«È una crisi che ha investito tutta l’editoria, che sta attraversando una fase di cambiamento profondo. Allora bisogna affrontare il cambiamento, l’evoluzione del settore che è stata introdotta dalla Rete e dai nuovi media. Penso ad esempio che bisognerà puntare molto sul settore della formazione».
Cosa si aspetta dall’amministratore delegato Gabriele Del Torchio?
«A lui compete una funzione fondamentale, quella di redigere il piano industriale per il periodo 2017-2020; è un compito a cui sta lavorando con grande impegno già da qualche mese».
A Novara si è occupato della casa editrice Interlinea, a Milano del Sole: porterà qualcosa dell’esperienza novarese?
«Sono due dimensioni totalmente diverse, i libri da una parte, il quotidiano dall’altra, però anche a Novara abbiamo affrontato il cambiamento del mondo dell’editoria».