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 2016  ottobre 01 Sabato calendario

Quasi quasi Massimo Moratti torna

«Se il gruppo Suning mi chiedesse di tornare presidente? Me l’hanno già chiesto. È sempre un onore e un privilegio essere il presidente dell’Inter ma non so cosa risponderei. Ho nostalgia del sentimento dei tifosi». Massimo Moratti parla a Mediaset Premium e si aprono scenari nuovi sul futuro societario nerazzurro. Perché se è vero che la notizia che la nuova proprietà lo voleva come riferimento sul territorio era già uscita sulla Gazzetta prima ad aprile e poi in giugno, a ridosso dell’Assemblea con cui il colosso della famiglia Zhang acquisiva il 68,55% delle quote interiste, questa è la prima volta che il patron del Triplete ammette quanto gli farebbe piacere tornare. Anche perché l’invito gli sarebbe stato rinnovato di recente.
E se Moratti sdogana la cosa, probabilmente è perché ha capito che Erick Thohir, l’attuale presidente, a breve uscirà dall’Inter. Il nodo è capire quando questo succederà. Più facile che sia a primavera, quando l’attuale numero uno incasserebbe i soldi del proprio 31% e chiuderebbe una fase non facile in cui non è riuscito a riportare l’Inter ai vertici assoluti ma ha pur sempre messo mano ai conti del club. Ma il passaggio potrebbe anche avvenire già alla fine di ottobre, quando l’assemblea dei soci approverà la chiusura (il passivo dovrebbe assestarsi sui 60 milioni) del bilancio 2015-16, l’ultimo della gestione del tycoon come azionista di maggioranza.
Con l’uscita di Thohir, Moratti potrà rientrare come presidente non più onorario – carica che gli aveva lasciato l’attuale numero uno, ma da cui si dimise il 23 ottobre 2014 –, ma piuttosto di garanzia. La famosa presenza sul territorio da lui stesso invocata più volte da quando non è più proprietario unico. Le leve del comando rimarrebbero in mano a Suning, che però non ha mai fatto mistero dell’importanza del petroliere («Figura leggendaria», disse Zhang Jindong il giorno dell’insediamento, quando lo nominò senior advisor) per l’attaccamento ai colori e la conoscenza delle dinamiche – anche emotive – legate all’italico pallone.
Oltre al quando, resta da capire anche come Moratti rientrerà nell’Inter. Riacquistando il 31% di Thohir, una quota minore (lo scenario più probabile) o rimanendo senza quote. In questo caso nulla esclude che il ritorno alla presidenza possa avvenire già tra un mese, a prescindere dal destino di Thohir. In un quadro del genere, Javier Zanetti potrebbe diventare vice presidente esecutivo, come Pavel Nedved alla Juventus. Il tutto senza dimenticare la figura di Steven, figlio 25enne di Jindong che a breve si trasferirà a Milano per fare sentire una presenza concreta della proprietà. Tra il ragazzo e Moratti il feeling del resto era scattato già nello scorso aprile, quando la delegazione cinese – alla prima visita milanese – fu ospite della tenuta di famiglia, a Imbersago.
Dell’importanza di MM del resto anche di recente hanno parlato tanti cuori nerazzurri. Diego Milito dopo la vittoria contro la Juve aveva detto alla Gazzetta: «L’ho appena rivisto e non riesco a non chiamarlo presidente. Lui è l’Inter e sarebbe ancora utile alla causa». Il 22 settembre scorso, a margine della presentazione di Gabigol, Marco Tronchetti Provera invece si era espresso in questo modo sulla proprietà interista: «Le squadre hanno bisogno di avere una società vicina perché il calcio ogni tre giorni deve ricominciare, quindi serve energia e una dirigenza presente. Da parte dei cinesi mi sembra ci sia la volontà di riportare l’Inter ai livelli cui Moratti l’ha portata. Suning si è presentato come la prosecuzione dell’opera di Moratti, hanno presentato l’Inter anche in Cina come la storia di Moratti ed è il modo giusto di riconoscere quello che ha fatto la famiglia negli anni».
Queste invece le ultime frasi di Moratti a Premium legate al fronte societario: «Thohir si è dato da fare, ha cercato di fare acquisti ma ha avuto delle difficoltà forse perché il giocattolo era più grande di quello che pensava. Però anche lui ha fatto il suo. Con i nuovi proprietari mi sento abbastanza fiducioso perché il loro desiderio di fare bene è concreto. Sono partiti bene e penso che continueranno così».
In ballo c’è anche la scelta del nuovo a.d., con Michael Bolingbroke che uscirà a fine ottobre. Mr. Zhang ha avuto dei colloqui con gli ultimi profili – italiani – rimasti in corsa a metà mese, quando è venuto a Milano per il match contro la Juve. All’interno del club c’è chi spinge per Alessandro Antonello, attuale direttore finanziario, ma restano in corsa anche altri nomi con competenze anche sportive. È girato anche il nome di Walter Sabatini, che a breve dovrebbe uscire dalla Roma. Ma non giungono conferme, anche perché l’attuale d.s. giallorosso è più talent scout e uomo di mercato, quindi poco compatibile con il confermatissimo Piero Ausilio. Non è un mistero che Moratti, pur apprezzando Antonello, sponsorizzi Federico Ghizzoni, ex a.d. di Unicredit e uomo di comprovata fede interista. Un particolare non da poco, visto che lo stesso ex patron ha più volte sottolineato che in società servono uomini che conoscano la realtà italiana, ma che abbiano anche sangue nerazzurro. Della vicenda al momento si sta occupando Ren Jun, braccio destro di Zhang e consigliere del club.
Sempre a Premium, ma prima della brutta sconfitta di Europa League a Praga, Moratti ha parlato anche di campo. Toccando soprattutto il tema panchina, tra il presente e la solita suggestione legata al ritorno di Diego Simeone. «De Boer? Mica potevano cacciarlo dopo una partita, non sono tutti come me... – ha spiegato ridendo –. Hanno fatto bene ad aspettarlo. Lo reputo bravo, validissimo per la squadra. Spero che possa ottenere buoni risultati. Diego Simeone vuole tornare? Sarebbe certamente un bel ritorno, è un grande interista e un ottimo tecnico. Ma sarebbe un errore sminuire il lavoro di De Boer, come è stato fatto con Mancini quando si parlava sempre dello stesso Simeone. Per me se farà bene rimane lui, De Boer. Per il Cholo ci sarà tempo».