Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 30 Venerdì calendario

La Deutsche e gli americani

Punire le banche piace immensamente a parecchi governi. A quello americano in testa. Raccoglie consensi e impartisce una lezione contro l’arroganza. Che di arroganza e di irresponsabilità si siano macchiati molti giganti bancari negli anni scorsi è fuori discussione. Una serie di regole per abbattere il senso di impunità che li ha mossi sono state introdotte. La portata della multa che il dipartimento alla Giustizia americano ha detto di voler comminare a Deutsche Bank, 14 miliardi di dollari, ha però il sapore della vendetta e sembra a sua volta irresponsabile. Nel tentativo di diventare un protagonista globale della finanza, la prima banca tedesca ha commesso negli anni passati errori gravi e scorrettezze. E ne sta pagando le conseguenze: ridimensionamento forzato e processi per comportamenti irregolari. La multa americana, però, presenta un paio di caratteristiche problematiche. È comminata per pratiche scorrette durante gli anni dei subprime mortgage ma nessun funzionario di Deutsche Bank è stato individuato come responsabile di crimini. E l’enormità dei 14 miliardi non si capisce da dove esca. Soprattutto, se fosse costretta a pagare quella cifra inspiegabile, la banca crollerebbe: uno choc enorme per il sistema bancario globale. Il fatto è che l’Atlantico si sta allargando. Tra America ed Europa sono in corso una serie di dispute che hanno tutto l’aspetto di battaglie protezioniste e di vendette. In più, Washington vorrebbe che, nel mondo, alle banche fossero applicati vincoli di capitale ancora maggiori di quelli odierni mentre Bruxelles pensa che metterebbero in crisi i suoi istituti di credito, come si è capito dall’opposizione a nuove norme (in discussione a Basilea) espressa ieri dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. Nel caso Deutsche Bank, l’interventismo transatlantico dei governi rischia di creare disastri.