Il Messaggero, 29 settembre 2016
L’Italia in miniatura, buche comprese
San Pietro e il Colosseo, la Roma e la Lazio, i gatti e le fontane, il Papa, i motorini, le star del cinema. E poi loro, eterne almeno quanto la città: le buche. Presentata ieri al museo Miniatur Wunderland di Amburgo, sede del più grande plastico ferroviario al mondo, la copia in miniatura di Roma è la parte più efficace dell’ambizioso progetto Bella Italia, «il più dettagliato mai realizzato – ha dichiarato il direttore del museo – dai modellisti amburghesi». Dopo tre anni di lavoro e una spesa lievitata fino a quattro milioni di euro (un quarto del costo complessivo di Wunderland), il museo ha inaugurato ieri due stanze riservate alla riproduzione in miniatura dell’Italia, ultima arrivata tra le nove mini-nazioni ospitate dalla struttura, fondata nel 2000 e già visitata da 15 milioni di persone. Un’opera imponente, che in 190 metri quadrati e 30.000 modellini, di cui solo 500 tra chiese, case e ponti, e 400 tra automobili e motorini, dovrebbe racchiudere il meglio del nostro paese.
I LUOGHI
Il meglio almeno secondo i tedeschi: rispondono all’appello Roma, Pompei, la Costiera Amalfitana, Le Cinque Terre, il Vesuvio, la Toscana e l’Alto Adige, ma mancano le isole e non c’è traccia di città come Napoli, Firenze o Milano. Il progetto Bella Italia si chiuderà nel 2017, con l’aggiunta di Venezia: quindi toccherà a Francia, Paesi Bassi e Inghilterra. La priorità data all’Italia, dipenderebbe sia da una questione numerica (sono 43.000 i visitatori italiani di Miniatur Wunderland) quanto dall’amore che i tedeschi nutrono per il folklore italiano: «L’immagine finale è quella di un Paese molto colorato e vivo – ha commentato l’incaricato dell’ambasciata italiana Alessandro Gaudiano – ed è frutto di un’osservazione attenta, che non ci fa sconti. Comunque, un Paese molto bello, che viene voglia di visitare».
La chiave scelta dai modellisti, un team di 80 persone, è il realismo temperato da una buona dose di ironia. E la cura dei dettagli nelle tre grandi opere del plastico, San Pietro, Colosseo e Vesuvio (23 mesi di lavoro, 22.000 pezzi solo per il colonnato della basilica), è evidente anche nelle scenette di vita quotidiana disseminate nella struttura. Ecco nella mini Capitale i tifosi romanisti che seguono la partita in tv con una bara biancoazzurra sul divano, la gattara alle prese con i croccantini, i turisti che si fanno la foto con il centurione, il motorino davanti a Stazione Termini che evita le buche, riprodotte insieme alle toppe di asfalto fresco.
OSSESSIONI
Rappresentata, inevitabilmente, anche l’ossessione italiana per il cibo (quello italiano è il plastico con il maggior numero di persone a tavola), come l’amore per la moda e per il cinema: una partita a calcio fra le mura di San Pietro cita l’Habemus Papam di Nanni Moretti, le miniature di Don Camillo e Peppone discutono in una piazza, Terence Hill appare nei panni di Trinità nell’area spaghetti western e Bud Spencer, amatissimo in Germania, riceve una stella ad honorem in una immaginaria walk of fame trasteverina. Nascosta in una parte dedicata al Sud Italia un’aggressione. Nella piantina del museo, indispensabile per orientarsi tra le miniature, la scena ha un nome preciso: mafia. «Questa francamente – è l’amaro commento dall’ambasciata – potevano anche evitarla».E fa capolino persino la politica, con la riproduzione di una manifestazione di sinistra nel quartiere romano di San Lorenzo e in maniera un po’ più occulta con la messa in scena di una festa elegante in una villa davanti al mare, con tanto di tricolore al vento. «Questo – spiega a bassa voce uno dei modellisti, indicando la scena hot appena visibile dietro a una finestra della villa – è il bunga bunga di Berlusconi». Sulla piantina del museo, almeno, la scenetta hard resta senza nome.