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 2016  settembre 27 Martedì calendario

Una scienziata in Parlamento. Elena Cattaneo si racconta in un libro


Elena Cattaneo è una donna di spade. Una combattente animata da una convinzione inossidabile: che la scienza e il suo metodo siano la via maestra, che uno scienziato non possa mai abdicare alla libera competizione delle idee, sempre che esse abbiano una solida base rigorosa. Lei è convinta che quando il presidente Napolitano la convocò a Roma, in piena estate 2013, per annunciarle che sarebbe stata senatore a vita, lo abbia fatto proprio per questa sua qualità. Certo è, lo raccontava in quei giorni, che la telefonata del Quirinale la colse più che impreparata. «Dio mio, cosa avrò combinato», si è detta lungo il tragitto che l’ha portata dalla sua casa nell’hinterland milanese
fino al Colle; ripensando a più di una inveterata pubblica contro la politica che dice no agli Ogm, la legge che vieta di sperimentare sugli embrioni, e tante altre di quelle che lei chiama «malie irrazionaliste di cui resta preda il Paese». Oggi, dopo tre anni di alta velocità sul Milano-Roma, ancora si meraviglia di quanto è bello Palazzo Madama, ma il suo sguardo è cambiato. Il mondo della scienza non è più il paese delle meraviglie nel quale si pensava immersa. Fuori dal suo laboratorio ha visto l’altra faccia della sua comunità. Ma Cattaneo è una scienziata, e se le prove empiriche smentiscono le sue convinzioni non può che cambiare idea. Quel che è accaduto lo racconta in questo Ogni giorno. Tra scienza e politica. Ed è stata proprio la quotidianità in Senato a convincerla che le cose non andavano esattamente come le aveva immaginate. Prima del 30 agosto 2013 (il giorno della nomina), lei era convinta che la politica fosse ignorante e disinteressata alla scienza perché non ne capisce il valore e perché non le serve. Così è andata a Roma col preciso intento di avvicinare il suo mondo a quello dei decisori, di spiegare perché fare esperimenti sugli animali è una dolorosa necessità dei malati, perché rifiutarsi di vaccinare un bambino è criminale. Armata di una pila di pubblicazioni scientifiche. Col tono apodittico che le è proprio. Ma a Roma ha scoperto che non è solo la politica ad essere deficitaria, che colpevoli del disastro sono anche molti dei suoi colleghi, che per smania di affari e potere si nascondono alla libera competizione delle idee. E questo per lei è un peccato capitale, un vero e proprio tradimento dell’etica scientifica. Nel cui nome ha fatto campagne cruente, finendo anche col vincerle. Primo tra tutti l’affaire Stamina, la terapia farlocca con cellule staminali somministrata da Davide Vannoni che ha infiammato il paese tra il 2013 e il 2014, ed è stata poi bocciata e ribocciata.
Mandare Stamina tra le storie tristi del passato italiano è stata la prima vittoria di Cattaneo. Che non ha smesso di sollevare questioni calde con una veemenza ineludibile: la governance del nascendo Human Technopole è l’ultima di queste. 80 milioni – tanti vi impegnerà il governo – per la comunità scientifica sono una cifra mai vista, e la senatrice ha messo tutta la sua indignazione nell’opporsi al governo: averlo convinto a prevedere un comitato dei garanti allo HT è per Cattaneo già un gran passo. E tutti giurano che potrebbe spuntare qualcosa anche sugli Ogm: nell’agenda del governo c’è una disposizione che apre alle sperimentazioni nei campi. Se accadrà sarà tutta farina del sacco di Cattaneo.
Che, però, il mercoledì sera tardi prende l’ultimo treno per Milano, e torna a fare il suo mestiere, la ricerca sulle cellule staminali, contro le malattie neurodegenerative. Quello che la porta in giro per il mondo, apprezzata perché è brava. Per la comunità scientifica internazionale è sufficiente. Nessuna polemica, nessun attivista che la insulta sul web se si esprime a favore di Ogm o sperimentazione animale. Nessun alto prelato che minaccia di scomunicarla quando dice senza mezzi termini che senza ricerca sugli embrioni, una fetta della biomedicina non va avanti, a tutto discapito dei malati che muoiono. Un dolore, questo conflitto con la Chiesa, per lei che è cattolica, che le resta impresso nel cuore. Ma non è all’ordine del giorno. C’è sempre una nuova battaglia scientista da combattere.