La Stampa, 24 settembre 2016
Un punto a favore di Jérôme Kerviel, l’ex trader che truffò Société Générale
E se alla fine, nella battaglia contro Société Générale, Jérôme Kerviel, ex trader del colosso bancario francese, la spuntasse davvero? L’uomo dallo sguardo misterioso (e che ormai ha 39 anni) è stato condannato ieri dalla corte d’appello di Versailles a pagare un rimborso di un milione di euro a SocGen. Ma in realtà quella sentenza costituisce un punto a suo favore. Non solo: riporta alla ribalta la possibilità che lo Stato francese chieda indietro i 2,2 miliardi di deduzioni fiscali concessi alla banca fra il 2009 e il 2010, per risanare i conti dopo il patatrac provocato da Kerviel.
Era il 24 gennaio 2008, quando Société Génerale annunciò di essere stata vittima di una frode senza precedenti. Il responsabile? Un oscuro trader: Kerviel, appunto. I suoi “giochini” sui derivati avevano determinato un buco di 4,9 miliardi di euro. A tratti si era esposto sul mercato fino a 50 miliardi. Ebbene, a lungo la giustizia francese non ha avuto dubbi: Kerviel il delinquente, la banca una vittima. Nel 2012 l’ex trader fu condannato in appello a 5 anni di carcere (tre senza condizionale) e a rimborsare i 4,9 miliardi a Société Générale: una decisione simbolica (impossibile mettere insieme quella cifra), per ribadire l’innocenza del gruppo francese. Ma, nel 2014, la Cassazione, pur confermando la condanna penale, aveva chiesto di aprire un nuovo processo sul maxirimborso. E ieri i giudici di Versailles hanno ridotto la cifra ad appena un milione d’euro. Hanno stabilito che Kerviel «è solo parzialmente responsabile». Ha fatto di tutto, manipolando anche il sistema informatico di SocGen, per nascondere i suoi investimenti a rischio. Ma da parte della banca (alla quale nel 2007 il trader aveva fatto guadagnare più di un miliardo) non c’è stato un accurato check-up: si è lasciato fare, finché è andata bene. «Le mancanze di un adeguato controllo, a tutti i livelli – hanno precisato i giudici – sono state tali da dimostrare l’esistenza non di disfunzioni puntuali ma di scelte manageriali che hanno privilegiato le prese di rischio volte a ottenere una più elevata redditività».
«La giustizia avanza», ha commentato Kerviel dopo la sentenza. Non si sa ancora se farà appello in Cassazione, anche perché un’altra inchiesta sta andando avanti sulla base di un suo nuovo ricorso del 2012: i giudici stanno indagando anche sulla possibilità che negli anni scorsi ci siano state pressioni illegali da parte di SocGen sugli inquirenti, perché si scaricasse tutta la colpa sull’ex trader. Intanto ieri Michel Sapin, ministro delle Finanze, ha lanciato un’ispezione sui conti della banca del 2008, «per preservare gli interessi dello Stato». Société Générale aveva ottenuto uno sconto fiscale di 2,2 miliardi nei due anni successivi, come “aiutino” dei contribuenti per le perdite subite nel 2008. Ma, se è corresponsabile del patatrac, potrebbe essere costretta a restituirli, fino all’ultimo centesimo.