la Repubblica, 23 settembre 2016
Un’Opa da 500 milioni per i taccuini Moleskine
I preziosi taccuini Moleskine, famosi per essere stati fedeli compagni di viaggio di poeti e scrittori già nel secolo scorso (anche se allora erano prodotti artigianali e per di più francesi) passano di mano a Piazza Affari. A farsi avanti, con un’offerta che complessivamente vale 506 milioni, è stato il gruppo belga D’Ieteren, che ha raggiunto un accordo per rilevare il 41% del capitale dagli azionisti di riferimento e, di conseguenza, lancerà un’offerta pubblica di acquisto a Piazza Affari, dove il titolo è quotato, al fine di arrivare al delisting (anche se l’offerta pubblica non è subordinata a nessuna soglia minima).
Se Moleskine è un marchio “iconico”, i belgi non sono da meno come notorietà, ma su tutt’altro piano: a loro fanno capo, infatti, attività di distribuzione di auto (anche di pregio, come Porsche, Lamborghini e Bugatti) ma soprattutto sono leader mondiali nella riparazione dei cristalli per automobili, con i marchi Carglass, Autoglass e Safelite. E anche se con meno fascino, la nuova proprietà può vantare solidità e altrettanta tradizione rispetto ai mitici taccuini, visto che il gruppo fa ancora capo alla famiglia belga che ha fondato il gruppo nel 1805. Del resto il prestigio di Moleskine, in Borsa, non ha grande fortuna: c’è voluta l’Opa attuale, a 2,4 euro, per ritoccare leggermente al rialzo il prezzo di collocamento (a 2,3 euro); valore che non ha quasi mai toccato dal suo esordio al listino, se non intorno al giugno scorso.
Rispetto all’ultima quotazione, il premio offerto con il prezzo dell’Opa è comunque del 12 per cento perché negli ultimissimi tempi il titolo aveva un po’ limato i valori raggiunti a inizio estate.
Almeno Moleskine ha il vantaggio di finire la corsa dieci centesimi sopra il prezzo di Ipo, avvenuta poco più di tre anni fa.
Non è certo un grande affare, ma in tanti altri casi è andata peggio, agli investitori.