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 2016  settembre 22 Giovedì calendario

Storia di Munari e della xerocopiatrice

La storia di Munari che preferisco, fra le tantissime, è quella in cui lui affronta un nuovo (per quei tempi) prodotto della tecnologia applicata al lavoro umano: la xerocopiatrice. Via le veline e le carte carbone: finalmente il grande problema di riprodurre documenti cartacei era risolto, una volta per tutte. Una macchina d’ora in poi avrebbe ruminato emanando bagliori di luminescenza e infine sfornato, fresche e al tempo stesso calde di stampa, copie precise al dettaglio di ogni nostra produzione su carta. Noi scriviamo, essa riproduce, clona, duplica, moltiplica senza rischio di errori di dattilografia, refusi, lapsus, sviste. Noi siamo gli originali, lei ci copia. Ci si può immaginare che la xerocopiatrice abbia costituito la madre di tutte le sfide per il comandante dell’esercito dei non addetti al lavoro: come l’ideatore del ghiaccio bollente o il compositore del silenzio assordante, Munari inventò le «Xerografie Originali», imponendo alla macchina delle fotocopie di produrre da sé manufatti irripetibili. Fra le macchine immaginate da Munari ce n’è una che si chiama: «Apparecchio per prevedere l’aurora». Anche questo ha a che fare con il riposo, il primo componente è infatti una «vecchia sveglia» al cui batacchio collegare un articolato meccanismo. Ma l’aurora è anche il momento della possibile rivelazione, quando passa la notte e i gatti non saranno più tutti bigi.
Quando penso a Bruno Munari, la cosa che per prima mi viene in mente è l’occhio che nell’opacità del mondo trova spiragli di senso non ancora praticati, pieghe di possibilità lasciate sinora in ombra, accezioni nuove per le parole e le cose più comuni. Il dizionario di Munari aggiunge i gesti alle parole; nel suo orologio, «Tempo libero», le lancette gesticolano ma le ore a cui vorrebbero riferirsi fluttuano per tutto il quadrante. Tutte le ore possono essere auree, donarci l’intuizione preziosa che scardina l’ovvio grazie al suo occhio. Proprio questo, se lo intendo bene, è quanto ci dice Bruno Munari, artista, pensatore, umorista, giocatore, progettista, maestro, instancabile personaggio in cerca di aurore.

Questo testo è tratto dal catalogo della mostra Bruno Munari. Un personaggio in cerca di aurore (Corraini). La mostra si inaugura a Livorno domani alle 11.30 presso la Sala degli Archi della Fortezza Nuova.