Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 22 Giovedì calendario

Dall’Italicum al Provincellum, ecco chi è favorito con i vari sistemi di voto, spiegato bene

Italicum
L’Italicum è la legge elettorale maggioritaria vigente (mai sperimentata) applicabile solo per la Camera secondo il disegno costituzionale della riforma Renzi-Boschi che a fine autunno verrà sottoposto a referendum. Il premio di maggioranza (340 deputati) lo conquista il primo partito che supera al primo turno la soglia del 40% o che poi vince il ballottaggio. Il doppio turno fa dell’Italicum un «sistema sicuro» per quel che riguarda la governabilità: «La sera delle elezioni si saprà chi guida il Paese», ama ripetere il premier Renzi. Eppure, sostengono i detrattori della legge, il «premio» può essere conquistato anche se solo una minoranza di elettori partecipa al ballottaggio: «Ci vuole una soglia di partecipazione minima per la validità», propone Pino Pisicchio (Misto). Concepito con il Pd al 40%, ora l’Italicum fa gola ai grillini che alle Comunali hanno vinto molti ballottaggi: «Oggi per il Pd – fa notare il sondaggista Roberto Weber di Ixe – il secondo turno con i grillini è un azzardo». Così Renzi ha aperto al premio di coalizione che sostituirebbe quello assegnato al partito.

Mattarellum 2.0

Il Mattarellum 2.0, illustrato dal senatore bersaniano Federico Fornaro (Pd), è un sistema maggioritario con 475 collegi uninominali e triplo premio (90 deputati al primo partito, 30 al secondo, 23 alle liste che superano il 2% come diritto di tribuna, che si aggiungono ai 12 deputati eletti all’estero) che tiene in grande considerazione il fattore rappresentatività e condiziona quello della governabilità: stabilendo un premio di maggioranza che, aritmeticamente, potrebbe produrre anche una minoranza. Il primo partito infatti, pur portando a casa 90 deputati di premio, potrebbe anche dover cercare alleati o grandi coalizioni in Parlamento per poter governare il Paese. Anche stravincendo, il primo partito non potrà mai superare la soglia di 350 deputati. «Con il Mattarellum 2.0, che è un sistema meritocratico, vince il centro sinistra se la coalizione risulterà maggioritaria», osserva il sondaggista Nicola Piepoli. Che risponde così se gli si ricorda che Berlusconi vinse con il Mattarellum concepito dal centro sinistra: «Allora era il centro destra a essere maggioritario e competitivo...».

Democratellum

Il proporzionale con preferenza in salsa spagnola proposto da ultimo dal M5S prevede collegi medio-piccoli che introducono uno «sbarramento di fatto» molto severo per i partiti minori: se l’Italicum stabilisce uno sbarramento basso del 3%, il «Democratellum» grillino alza l’asticella, anche oltre il 10%, fino a determinare «l’ingresso in Parlamento solo delle tre forze principali (Pd, M5S, centrodestra) e della Lega», osserva il professore ed ex senatore pd Stefano Ceccanti. Il M5S, nel proporre un sistema proporzionale che implica comunque le larghe intese per governare, parla di «spinta all’aggregazione di forze piccole e medie». Tuttavia, spiega Ceccanti, «questo sistema ammazza i piccoli, a partire dai centristi di Ncd per finire alla sinistra di Sel-SI, e salva giusto il partito regionale che da a noi è rappresentato dalla Lega». Per anni, in Spagna, questo sistema ha garantito la competizione per il governo del Paese tra due grandi partiti, popolari e socialisti, ma ora lo schema di gioco è cambiato, conclude il professore: «Se le forze in campo non sono 2 ma 4, il sistema implode».

Provincellum

Il Provincellum, sponsorizzato dal deputato renziano Dario Parrini, è una versione «provincializzata» dell’Italicum che mantiene intatto il sistema di assegnazione dei seggi (premio di maggioranza di 340 deputati e ballottaggio se il primo partito non supera il 40% al primo turno) ma modifica il meccanismo di selezione della classe politica. I collegi uninominali sono 618 (con i 12 della circoscrizione estero si arriva al plenum completo di 630 seggi) per cui il rapporto eletto/elettori scende a 1/100 mila quando nell’Italicum, che ha 100 collegi, è 1/600 mila. Qui, i collegi uninominali, a differenza del Mattarellum, non sono maggioritari: ogni partito presenta un nome per collegio e alla fine passano solo quei candidati che nell’ambito «provinciale» della circoscrizione hanno ottenuto il migliore risultato. «Da un punto di vista delle quantità il Provincellum non cambia nulla rispetto all’Italicum – fa notare il politologo Roberto D’Alimonte – ma il discorso cambia per la selezione dei candidati che ci devono mettere la faccia, in collegi più piccoli». Una bella differenza rispetto ai 100 capilista bloccati dell’Italicum.