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 2016  settembre 21 Mercoledì calendario

Milano è la città più accessibile d’Europa

È diventata la prima città italiana – dopo Goteborg, Berlino o Salisburgo – ad aver conquistato l’”Access city award 2016”, il riconoscimento che l’Unione europea assegna ogni anno a quanti abbiano fatto gli sforzi maggiori per abbattere muri. Eppure, anche dal gradino più alto d’Europa, Milano assicura di non volersi fermare. Perché il lavoro, dicono, non è finito. A cominciare dalla prossima sfida che si chiama “chilometro facile”. È lì, in una porzione di centro lunga un chilometro che racchiude servizi fondamentali come ospedali, il tribunale, università, uffici pubblici, che il Comune e le associazioni riunite in un tavolo permanente – task force per l’accessibilità, l’hanno chiamata – puntano a creare una sorta di isola senza barriere per chi ha disabilità motorie e sensoriali. Da replicare poi in altre zone. Un’altra tappa, dopo i dieci percorsi culturali e artistici liberi da ostacoli disegnati per i turisti di Expo.
Il nuovo punto di partenza è il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche: un corposo documento approvato dalla precedente giunta Pisapia che ha contribuito al premio dell’Ue e che ora dovrà passare dalla carta alla realtà. Quest’anno, ad esempio, sono stati stanziati 1,7 milioni per un intervento pilota nei cimiteri e altri 2 milioni per adeguare le strade. La strategia, assicura il Comune, continuerà a comprendere tutti i fronti: scuole, edifici pubblici, parchi, musei, strutture sportive. Ma anche, dice l’avvocata Lisa Noja appena nominata dal sindaco Beppe Sala come delegata per le Politiche per l’accessibilità, «gli esercizi privati aperti al pubblico come negozi, cinema o teatri. Milano ne ha già tanti, ma è una città grande, antica». Da fare ce n’è. Lo dice l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino: «Milano non è ancora pienamente accessibile, ma siamo nella direzione giusta e più avanti di altri. In passato, la città rimuoveva il tema della disabilità: non è più così, anche se mancano quattro anni di lavoro tostissimo».
La chiave per la svolta la riassume il presidente di Ledha Milano, Marco Cesconi: «Il Comune ha istituito un tavolo con le associazioni che davvero sanno quali sono le necessità, e abbiamo puntato a tanti piccoli interventi mirati che sfruttassero l’occasione Expo». È così, ad esempio, che è nato il portale Expofacile con mappe e informazioni che a ottobre si trasformerà in Milanopertutti. Ed è così che sono stati spesi 25 milioni per eliminare le barriere. Altrettanti, è la stima, serviranno in futuro. Anche la spesa per servizi e contributi è arrivata a 43 milioni all’anno, il 35% in più rispetto al passato. La mobilità è stata centrale. A oggi, 84 stazioni su 113 della metropolitana sono accessibili, il 74,3 per cento. Con percentuali differenti: il 100% per la nuova linea 5 e la 3, il 60,5 per la 1, il 60 per la 2. Tutti gli autobus urbani sono stati adeguati, ma filobus (44 per cento) e tram (41) ancora no. «Per il trasporto siamo molto avanti – dice Majorino – ma ci sono ancora micro ostacoli che rappresentano grandi problemi. Anche l’offerta culturale e di intrattenimento è a macchia di leopardo». E poi c’è il centro che, continua Rasconi, «ha più impedimenti legati alle parti storiche. Ma la direzione è giusta».