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 2016  settembre 21 Mercoledì calendario

MiTo, un salone che non s’ha da fare. Ecco perché l’intesa si è rotta

O popolo dei lettori (frequenti, abituali, occasionali o anche solo potenziali), ci sono alcune domande per te. Avevi un Salone del Libro, ora ne avrai due. Come reagisci a questo annuncio: esulti? Ti affanni a comperare biglietti ferroviari e prenotare ingressi per Torino e per Rho-Fiera? Ti chiedi come mai l’esortazione di un ministro della Cultura – autore e sperabilmente lettore egli stesso – non è bastata a far integrare i due progetti? Avresti preferito o no un biglietto unico che ti consentisse l’accesso alle due manifestazioni? Un’organizzazione ordinata e anzi coordinata e comunque non competitiva o concorrenziale ti avrebbe fatto comodo o no?
Quella che è avvenuta ieri, nell’ambito del gruppo di lavoro che ha provato a rendere compatibili i due progetti, è stata chiamata “rottura”. Sono tante, in effetti, le cose che si sono rotte. Però non sono tutte. È rimasta intatta la tradizione italiana di dividersi e provare a fagocitarsi a vicenda, proprio quando la materia del contendere è più fragile e casomai richiederebbe sforzi comuni. È persino rafforzata l’impressione che ogni divergenza sia pronta a diventare dissidio, che ogni fossato non possa che allargarsi e che ogni occasione sia buona per veder risorgere, e con fierezza, i campanilismi più vergognosamente folk (si sono già sentiti, distintamente, molti discorsi su “i milanesi” e “i torinesi”).
Se nelle date delle due manifestazioni, che finiscano addirittura per coincidere oppure no, scoprirai di avere voglia di un weekend al mare, di una riunione di famiglia in campagna, di un’escursione all’estero – o popolo dei lettori – nessuno potrà darti veramente torto. Porta un paio di buoni libri con te, e fa’ festa con quelli. I padiglioni che sorgeranno nelle due sedicenti capitali non sono quelli che servono per ascoltare la tua voce, né quella di alcun altro.