la Repubblica, 20 settembre 2016
Che cose intelligenti ha detto Pisapia sul referendum. Peccato che nessuno lo ascolterà
Dice Pisapia, sul referendum, che la guerra fratricida dentro la sinistra non può che procurare dei danni a tutti, ed è un regalo alla destra; che comunque vada a finire, non è in gioco la democrazia; che non si può dimenticare che è stato il Parlamento a chiedere una riforma che semplificasse il sistema e garantisse una migliore governabilità, dando migliori opportunità al Parlamento e non certo al governo e al suo presidente; che questa riforma non aumenta i poteri del presidente del Consiglio e rafforza il ricorso a leggi di iniziativa popolare; che la legge elettorale, che si incrocia con le modifiche costituzionali, va migliorata perché c’è il rischio che diventi maggioranza in Parlamento chi non ha la maggioranza degli elettori, e questo altera il risultato della volontà popolare; che molto, se non tutto, dipenderà dall’eventuale modifica all’Italicum, individuata come possibile punto di risoluzione dell’attuale rissa tra Sì e No. Dice insomma, Pisapia, cose molto sensate e molto equilibrate; e in aggiunta a queste indica anche una possibile via d’uscita da questa strettoia micidiale, ovvero apportare all’Italicum le necessarie modifiche. Per tutte queste ragioni (il buon senso, l’equilibrio, la proposta di una via d’uscita praticabile anche in tempi piuttosto brevi), l’opinione di Pisapia non ha alcuna possibilità di ottenere credito.