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 2016  settembre 20 Martedì calendario

Alle sette e mezza di ieri mattina è apparsa, su tutti i cellulari degli abitanti di New York, la foto di Ahmad Khan Rahami, americano di origine afgane, 28 anni, abitante a Elizabeth

Alle sette e mezza di ieri mattina è apparsa, su tutti i cellulari degli abitanti di New York, la foto di Ahmad Khan Rahami, americano di origine afgane, 28 anni, abitante a Elizabeth. I newyorkesi erano avvertiti che il tizio era l’uomo delle bombe di sabato, ne segnalassero la presenza, nel caso. Sono arrivate subito centinaia di telefonate, e intanto la polizia aveva messo in caccia 36 mila agenti. La libertà di Ahmad, che aveva lasciato in giro impronte digitali e compariva in modo inequivocabile sulle telecamere della stazione di Chelsea, con la sua barbetta alla Marco Ferreri, è durata poco. Aveva passato la notte in un bar di Linden, a venti chilometri da New York, e qualcuno l’ha visto, l’ha riconosciuto e ha avvertito la polizia. Gli agenti si sono presentati in questo bar di Linden, lo hanno svegliato, Ahmad appena li ha visti ha sparato al petto di quello che gli stava più vicino, ma il poliziotto aveva indosso un giubbotto antiproiettile e se l’è cavata. Ahmad ha provato a scappare, ed è stato fermato da una pioggia di pallottole. Colpito a una spalla e a una gamba, è caduto in terra. Lo hanno portato via che era ancora in sé. Il capitano James Sarnicki ha detto che nello scambio di colpi sono finiti all’ospedale anche tre dei suoi.

Un povero immigrato alla fame, che ha fatto quello che ha fatto per disperazione?
Si direbbe di no. Il padre Mahumud ha un fast food a Elizabeth, nel New Jersey, in Elmora Avenue. Si chiama First American Fried Chicken. Lavorano forte, al punto che tengono aperto anche di notte, contro i regolamenti comunali, e questa smania di business li ha portati a litigare con i vicini e con il City Council. Ahmad stava pian piano sostituendo il padre nella gestione dell’aziendina, dove lavorano anche i suoi fratelli. Uno di loro è tornato in Afghanistan qualche anno fa. Mahmud Rahami - il padre - ha denunciato il consiglio comunale, sostenendo che gli fanno la guerra perché è afgano. Nel frattemmpo sono diventati tutti americani, quindi, ancora una volta, si deve ammettere che i terroristi che colpiscono in Francia sono francesi, in Inghilterra inglesi, in America americani. Ahmad secondo il racconto dei vicini sembrava anche un simpaticone, sempre allegro, patito di macchine sportive. La polizia ha sequestrato cinque macchine, tra cui una Infiniti, una berlina Bmw blu e una Toyota Camry nera.  

Di che cosa è accusato di preciso?
Secondo la polizia, ha messo lui l’esplosivo nel cassonetto che è scoppiato con gran fragore sabato sera sulla Ventitreesima di Chelsea a New York Gli investigatori sono certi che siano opera sua anche la pentola a pressione - modificata in bomba - che stava sul Dodge Caravan parcheggiato sulla Ventottesima e che non è esploso, e lo zainetto con cinque ordigni piazzato sui binari della stazione di Elizabeth.  

C’è stata anche l’esplosione della mattina di sabato, in Seaside Park, sempre a New York, sul percorso della maratona organizzata dai marines.
Non ci sono evidenze, per il momento, ma gli inquirenti sono sicuri che intorno ad Ahmad si sia costituita una qualche cellula terroristica, che ha agito di concerto, forse attratta dalla concomitanza con l’assemblea generale dell’Onu e l’arrivo a New York dei capi di Stato e di governo di tutto il mondo (c’è anche Renzi). Il sindaco Andrew Cuomo ha spiegatco che «ci sono delle similarità tra le bombe, non sono identiche ma vi sono similarità nel modo in cui sono state assemblate». Secondo lui «potrebbe esserci una pista internazionale dietro. Già ieri ho detto che chiaramente si tratta di un atto di terrorismo. La domanda è se abbia collegamenti internazionali, e credo che la risposta a questo potrebbe arrivare già oggi».  

E il somalo che nel Minnesota ha accoltellato nove persone nel centro commerciale?
L’Isis ha fatto sapere che è un suo soldato. Ma non ci sarebbero collegamenti con le imprese di Ahmad.  

Influenza di questi fatti sulle elezioni presidenziali?
A spanne dovrebbero favorire Trump, anche se molti analisti sostengono che non sarà il terrorismo a orientare alla fine la scelta dei molti indecisi, ma l’economia. Trump ha approfittato di questa ultima ondata di violenza per pronunciare il solito discorso duro: «Dobbiamo usare le maniere forti. Faremmo meglio a essere molto, molto, molto duri». Poi, con un tweet: «Gli attacchi di sabato dimostrano che le fallite politiche di Obama e Hillary Clinton non ci terranno al sicuro! Io renderò l’America nuovamente sicura. Sotto la leadership di Obama e Clinton, gli americani hanno sperimentato più attacchi in casa che vittorie all’estero. È ora di cambiare strategia». Hillary ha risposto che Trump, con l’aria di fare il duro, fa il gioco dei terroristi, i quali cercano appunto lo scontro frontale e la guerra. Trump ha comunque recuperato, i sondaggi dànno i due contendenti testa e testa.