la Repubblica – Roma, 18 settembre 2016
Atac, mille incidenti in tre mesi. Gli autobus non hanno più i freni
Aumentano i guasti sugli autobus in circolazione e sono sempre più frequenti gli incidenti stradali che vedono coinvolte le vetture Atac: in altri termini, negli ultimi mesi è diventato più pericoloso guidare in mezzo al traffico. La denuncia arriva dalle principali sigle sindacali, secondo cui l’aumento dell’insicurezza è dovuta alla scarsa manutenzione e alla mancanza ormai cronica di pezzi di ricambio; e questo riguarda non solo gli autobus ma anche gli impianti e i macchinari necessari a riparare le vetture.
Secondo gli operatori Atac, (troppo) spesso per mettere i mezzi in condizione di circolare non rimane che usare i pezzi dei vecchi bus in disuso; ma a queste condizioni è impossibile rispettare gli standard anche minimi di sicurezza. I dati forniti da Cigl, Cisl e Uil, sono allarmanti.
Negli ultimi tre mesi i guasti avvenuti sui bus in circolazione sono aumentati di oltre il 20%, soprattutto sui freni, sui sistemi di alimentazione del motore e sugli impianti di aria condizionata: un vero e proprio boom rispetto all’anno scorso, quando la quota era ferma al 17%. E questo è la causa diretta, secondo i sindacati, dell’aumento anche degli incidenti su strada: negli ultimi tre mesi ne sono avvenuti in media più di 1200, al contrario dell’anno scorso quando di norma erano circa 800. In sostanza secondo i sindacati le condizioni di lavoro degli autisti sono peggiorate e anche la percezione della sicurezza si è notevolmente abbassata.
L’ultimo episodio grave è avvenuto appena cinque giorni fa in pieno centro, a Ostia una persona ha persona la vita in un incidente a fine agosto; ma sono solo i casi più gravi.
«Il motivo principale – spiega Francesco Sorrentino, segretario generale Fit Cisl Roma e Lazio – è che ormai gran parte della manutenzione si fa cannibalizzando le altre vetture. Questo rende gli autobus molto insicuri e aumenta i fattori di rischio». Anche perché il parco vetture di Atac è il più vecchio tra le capitali europee: a Roma un bus ha una media di vita di oltre 10 anni, a Parigi sette, a Londra sei, a Berlino cinque. Non solo: in base alle denunce dei sindacati, il parco vetture di Atac è sempre più malridotto.
A causa della mancanza dei pezzi di ricambio, ogni giorno almeno 300 vetture sono ferme nei depositi per un periodo che in media va dai 20 ai trenta giorni: le effettive vetture in circolazione al giorno sono 900, ma dovrebbero essere 1500, su un parco vetture di oltre duemila bus. Che oltre a essere vetusto è sempre più insicuro. E i sindacati si avviano alla protesta. «I rischi sono aumentati – spiega Daniele Fuligni, segretario regionale Filt Cgil anche perché mancano personale, risorse e investimenti sulle strutture. La tragedia al deposito dell’Acqua Acetosa è legata anche a questi fattori». Ma l’insicurezza aumenta anche per gli utenti. Non a caso il giudizio dei romani sul trasporto pubblico è sempre più drastico: secondo un report dell’istituto di ricerca Eures, la capitale ha la più estesa rete di trasporto su gomma in Europa: 73 vetture per 100mila abitanti. Berlino si ferma a 48, Londra 46, Parigi 12. Ma a Roma solo il 25% usa i mezzi pubblici: a Milano il 37%, a Parigi il 70%, a Londra il 52%, a Berlino il 44%.
«La situazione non è più sostenibile – conclude Daniele Fuligni – e la tragedia dell’Acqua Acetosa lo dimostra. Se non arrivano subito nuovi pezzi di ricambio e gli impianti non saranno adeguati, non resta che dare il via alla protesta». In sostanza anche la Cgil si avvia verso lo sciopero, oltre a Cisl e Uil che hanno programmato lo stop per il 27 settembre.