Corriere della Sera, 18 settembre 2016
A Singapore la pole è di Rosberg. Vettel parte per ultimo
Nella notte più scintillante e glamour della F1 la Mercedes con Rosberg piazza la pole numero 50 su 53 dall’inizio dell’era ibrida (2014). La Ferrari, invece, vede le streghe. Il pianeta rosso si è rovesciato rispetto a un anno fa: dalla prima all’ultima casella della griglia, Sebastian Vettel si avvia a fari spenti verso un altro Gp da incubo. Appiedato da una macchina dispettosa e fragilissima. Fra motori in fumo, cambi rotti, gomme esplose e incidenti, è una stagione da malocchio per il quattro volte campione del mondo. Ma Seb continua a non credere alla sfortuna: «Dietro a ogni problema c’è sempre una spiegazione: dobbiamo evitare che si ripeta».
A furia di prendere appunti, però, la pazienza del ragazzo rischia di esaurirsi a breve. Doveva essere il fine settimana della riscossa su una pista «amica» e invece ieri, a pochi minuti dall’inizio del Q1, Seb spinge per il giro veloce ma si accorge che qualcosa non va. Poi avverte il crac che lo manda al tappeto: cede un attacco della barra anti-rollio sulla sospensione posteriore destra. La monoposto diventa un triciclo («Guidavo su tre ruote, era impossibile»), rientra in garage ma non c’è tempo per riparare il danno. I meccanici avrebbero dovuto smontare mezza macchina. «E se avessi continuato non mi sarei comunque qualificato al Q2» spiega. Però la sua prima reazione, via radio al richiamo ai box, non era stata tenera: «È stupido, così perdiamo tempo». Ma è comprensibile per uno che a Marina Bay ha trionfato quattro volte e ora si trova ventuno bolidi davanti. Più importante sarà per la Ferrari individuare l’origine di quella che viene definita una rottura «rara». Esclusa l’ipotesi di affaticamento del pezzo – durante le ultime libere non erano emerse anomalie – e problemi di fissaggio, s’indaga su altro: un passaggio violento su un cordolo o un difetto nel materiale. L’unica magrissima consolazione per il tedesco è che potrà omologare una nuova power unit e un cambio per concludere la stagione senza patemi, perché tanto più lontano di così non può scattare e le sanzioni di oggi saranno solo virtuali. Per il resto, solo la safety car può aiutarlo nella rimonta. Al netto delle grane tecniche, il Cavallino sconta anche errori umani: Raikkonen, occhiali da sole pure di notte mentre passeggia nel paddock, poteva fare meglio. Ma Iceman stecca l’ultimo tentativo e si piazza quinto dietro a Verstappen.
Dopo le schermaglie di Spa, Kimi dovrà nuovamente lottare con il ragazzino terribile della Red Bull, che ieri in pista ha incrociato un varano: «Ma è un dinosauro!». Alla roulette di Singapore gioca pesante Nico Rosberg con la 29° pole in carriera (come Fangio). Se vince oggi si prende meritamente la leadership di un Mondiale, in cui la Ferrari avanza col passo del gambero.