la Repubblica, 19 settembre 2016
A Recco, patria degli invincibili della pallanuoto, è sbarcato il calcio di un certo livello
Gli intrusi non indossano costumi, cuffie, occhialini. Nemmeno vanno in diretta tv. Divisa bianconera, parastinchi, scarpe con i tacchetti. Ebbene sì: a Recco, patria degli onnivori acquatici, conquistatori seriali di titoli in vasca, è sbarcato “il calcio di un certo livello”. All’anagrafe: Sporting Recco, serie D.
Lo scorso 27 giugno a 20 chilometri da Genova è stata fondata la nuova creatura calcistica nel grande tempio della pallanuoto. Tempio fittizio, però: il top club del facoltoso Gabriele Volpi non ha casa in casa propria, dopo anni nella vicina Sori questa stagione si dividerà fra Camogli e Genova. Semmai finora nel paese della focaccia al formaggio c’erano solo gli armadi del rugby. Perché c’è anche una Pro Recco della palla ovale che si ritrova in rispettabilissima serie A.
Ora il calcio, grazie a un trasloco. Fino alla scorsa stagione in serie D esisteva il “RapalloBogliasco”. Presidente, Anna Durio, in plancia di comando insieme al figlio Federico Trani, 20enne juventino con la passione sfrenata del calcio. Ma a Rapallo non andava benissimo. Problemi con l’amministrazione comunale. La famiglia Durio-Trani è di Recco, dove il papà di Federico guida l’azienda Teknoship, forniture tecniche, controllo e riparazioni navali. Non poteva essere partorita decisione più naturale: il ritorno a casa.
Oggi Anna Durio e Federico Trani restano i proprietari. Anche se la testa è a Siena, perché la società toscana è passata nelle loro mani. Così, con la nascita dello Sporting, modulo 4-3-3 zemaniano, c’è un nuovo presidente, Mario Picasso, una vita a Recco. Bagnino d’estate, in giro per l’Italia a installare luminarie d’inverno, picco di lavoro a Natale «per cui potrò esserci poco nel clou della stagione, ma intanto il presidente deve mettere solo firme...».
Le risorse, comunque, vengono sempre dai Durio-Trani. Per Anna «è meglio se parla mio figlio, che in famiglia è quello bravo con le parole». E Federico Trani, studi classici e oggi di fatto amministratore delegato del Siena, non vede l’ora di raccontare la sua voglia di «riportare a Recco una società con tutti i crismi». Un club fratello minore del Siena: «A parte due o tre più esperti, abbiamo solo giocatori dalla leva ‘94 in su da far crescere». Per questo, almeno per qualche anno, la serie D può bastare: «Cerchiamo stabilità». L’importante è che Recco abbia ben accolto il pallone: «A parte che ci conoscevano già tutti, sono sicuramente contenti di averci qui. Non ci sentiamo schiacciati dalla Pro Recco – sorride Trani – anzi finora andiamo più che d’accordo. Ma poi non può proprio esserci competizione, la Pro è nell’olimpo, noi ai piedi della montagna». Lo pensa anche l’istituzione acquatica di Recco, Eraldo Pizzo. Per tutti (ancora) il caimano. Che della Pro è vicepresidente. Pizzo, 78 anni, non è tipo da piccole invidie di bottega: «Vorrà dire che noi faremo del nostro meglio per portare i ragazzi del posto in piscina, loro al campo di calcio. Conosco il presidente dello Sporting Recco Picasso da quando è nato, qui siamo tutti amici. E se in un paese di 10mila abitanti abbiamo una squadra che vince tutto in Italia e in Europa nella pallanuoto, una in serie A nel rugby e una in serie D di calcio, non posso che essere felice». Pur non essendo, Pizzo, un appassionato di calcio, piuttosto «un genoano all’acqua di rose che però andrà a vedersi le partite dello Sporting Recco quando potranno giocare qui».Già, perché lo stadio “San Rocco” per ospitare la serie D è ancora in ristrutturazione, in questo inizio di stagione lo Sporting ha emigrato a Santa Margherita Ligure. Ma presto arriverà a 200 spettatori con spogliatoi nuovi e deroga della Figc. Il sindaco di Recco, Dario Capurro, per permettere ai pullman di arrivare allo stadio ha dovuto rivedere tutta la viabilità. C’è un ponte «antichissimo e intoccabile», ma troppo stretto per arrivare al campo: «Entro la fine di ottobre se non pioverà troppo tutti i lavori dovrebbero essere finiti, sia nello stadio che nelle strade intorno». Nel frattempo «io ho già il pallone con cui dovrò dare il calcio d’inizio nella prima partita dello Sporting a Recco. Lo tengo nel mio ufficio».