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 2016  settembre 14 Mercoledì calendario

Parla il capo della Fiera di Milano: «Noi e Torino insieme per un Salone del Libro in comune? Come no, basta che la Fiera vera e propria si faccia a Milano»

A Corrado Peraboni, amministratore delegato di Fiera Milano spa, non fa certo difetto la schiettezza. «L’accordo romano su un ipotetico MiTo del libro? Per noi non cambia nulla – spiega come fosse un postulato -, andiamo avanti con il nostro progetto. Siamo una società quotata in Borsa e abbiamo versato il capitale sociale, abbiamo il dovere di evitare pasticci nei confronti dei nostri azionisti». Quindi? «Quindi la fiera del libro si fa a Milano». Un intervento da manager puro, che va dritto al punto, senza passare dal via, se per via si intende Roma, o meglio la sede in cui due ministri, Franceschini e Giannini (Cultura e Istruzione), due giorni fa hanno messo Torino e Milano d’accordo nel cercare una soluzione comune: un evento unico suddiviso tra le due città.
Scusi Peraboni, ma il tavolo romano sembrava aver indicato un percorso opposto: rendere le due città protagoniste di un unico Salone internazionale del Libro. Una sorta di MiTo della parola scritta.
«Forse non ci siamo capiti. A parte che si tratta di due cose imparagonabili, la musica e i concerti sono una cosa e una fiera del libro un’altra. Qui poi c’è un equivoco di fondo. La governance della società è un discorso chiuso. Altra cosa è sedersi a un tavolo per vedere se Torino vuole creare eventi come delle letture nelle stesse date con una regia condivisa: allora se ne può discutere. Ma la fiera del libro si farà a Milano come è stato deciso».
Però Aie ha partecipato alla riunione di lunedì. E non ha detto che si trattava di una «mission impossible», anzi. Sono stati nominati quattro saggi proprio per individuare un percorso condiviso e paritario fra le due città.
«Noi ci abbiamo provato ad andare incontro a Torino, proponendo di organizzare la nostra fiera a maggio: era un gesto di distensione. E invece si è urlato al tradimento. A quel punto abbiamo comunicato le nostre date: dal 19 al 23 aprile. Anche perché l’agenda di Fiera di Milano non ha molti buchi liberi. Pensi che abbiamo la Borsa Internazionale del Turismo, poi Mi-Art, il Salone del Mobile e quindi Tutto Food. Lei capisce che la programmazione è piuttosto fitta. Verificheremo se si potrà collaborare con Torino a qualcosa che naturalmente non sia conflittuale con il nostro evento, ma abbiamo già anticipato le date per superare le critiche di chi ci accusava di aver dichiarato una guerra a Torino. Questo, fra l’altro, per consentire anche agli editori che lo vorranno di partecipare a entrambi gli eventi».
Quindi al massimo Torino potrà permettersi il lusso di collaborare alla grande Fiera che farà Milano?
«Io dico solo che la Fiera di Milano ospiterà l’evento della Fabbrica del Libro che a sua volta sarà esportato al Sud. La collaborazione con Torino si può limitare a qualche evento in sinergia e non conflittuale che vediamo di buon occhio».