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 2016  settembre 14 Mercoledì calendario

Sicuri che Paola Muraro capisca di rifiuti?

Come accade a chi ha costruito una carriera in un perenne conflitto di interesse, non c’è un solo passaggio della storia professionale dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro che non solleciti una domanda. A cominciare dalla più banale. È davvero così competente? Ed è la sua competenza che spiega le ragioni di dodici anni di consulenze in Ama e di incarichi peritali nei tribunali di mezza Italia, nonché l’ostinazione nel difenderla della sindaca Virginia Raggi? O, al contrario, la sua forza è nel sistema di relazioni e interessi di cui è ed è stata nel tempo il terminale?
Un fatterello di sei mesi fa in quel di Reggio Calabria offre qualche indizio. In un processo per associazione a delinquere e traffico di rifiuti che vede imputati una società che acquista fanghi di scarto del termovalorizzatore Enel per reimpiegarli nella produzione di mattoni, la Muraro viene nominata perito di ufficio dal Tribunale. Il 31 marzo, in aula, risponde in contraddittorio alle domande degli avvocati delle società imputate, intenzionati a mettere alla prova la solidità scientifica della perizia licenziata dal futuro assessore all’ambiente. L’avvocato Michele Laforgia, che difende Enel, è rimasto colpito da un passaggio in cui la Muraro, argomentando della trasformazione dei rifiuti, richiama il fondamentale principio della fisica alla base del postulato della conservazione della massa, detta anche “legge di Lavoisier”, «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». Con un particolare. La Muraro ha confuso la legge di Lavoisier con il primo principio della termodinamica, vale a dire con la legge di conservazione dell’energia. Chiede dunque Laforgia: «Mi scusi dottoressa, visto che lei fa il tecnico e io l’avvocato, cosa c’entra il primo principio della termodinamica con quello di cui stiamo discutendo in questo processo?». La Muraro cade dal pero: «Praticamente è stato inserito perché nulla si crea e nulla si distrugge…». L’avvocato la interrompe: «Ma quello non è il primo principio della termodinamica, dottoressa. Glielo dico perché l’ho studiato anche io a scuola». Lei farfuglia: «È per dire che il materiale non può essere trasformato in maniera tale da...». L’avvocato la azzanna: «Quindi è un refuso il primo principio della termodinamica». «No. Non è un refuso», rincula la Muraro. Che viene quindi affondata: «É la conservazione dell’energia il primo principio della termodinamica. E direi che non ho altre domande».
Si può dunque oggi dire che, a dispetto di un curriculum di nove pagine, l’agronoma che l’Ama ha retribuito in 12 anni con consulenze per 1 milione e 350 mila euro (e che con le biomasse per altro hanno poco a che fare, ma molto hanno a che fare con ingegneria e impiantistica), confonde la legge di conservazione della massa con quella dell’energia. E si può anche dire che, nonostante zoppichi in fisica, ancora in questi giorni sia tornata a chiedere all’Ama, in pieno conflitto di interessi, la liquidazione del lavoro svolto per la Municipalizzata tra il 2007 e il 2011, per la definizione di un brevetto (ad oggi mai implementato sul piano industriale) per la miscelazione con pozzolane della frazione organica stabilizzata dei rifiuti trattati nei TMB. Duecentomila euro, che Daniele Fortini, prima di mollare non volle darle, e su cui sarà interessante vedere come decideranno i futuri vertici, tuttora vacanti, della Municipalizzata.
«La signora è avida», dicono le malelingue. Ma certo la bulimia nel collezionare perizie e consulenze da società che hanno avuto a che fare a diverso titolo con Ama spiegherebbe le ragioni per cui, in 12 anni, non abbia mai chiesto ai due uomini che aveva nella manica (il direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon, e il Presidente, Franco Panzironi) di essere stabilizzata dall’Azienda come dirigente. Perché non avrebbe potuto farle. Le è successo infatti di lavorare con la Bioman in Friuli, appaltatrice di Ama. Le è accaduto con la “Paoletti Ecologia srl.”, società che rileva da Manlio Cerroni la “Genesu” di Perugia (vicenda di cui Repubblica ha dato ampio conto) e che lavora in appalto per i rifiuti dei TMB Ama di cui la Muraro era responsabile. Del resto, i termini “conflitto di interesse” o anche semplice “opportunità” non sembrano averle mai tolto il sonno. Neppure quando, tra il 2010 e il 2013, suo marito, l’allora colonnello dei carabinieri Gianfranco Lusito comanda il Nucleo Provinciale di Treviso e lei, che per altro è veneta di origini, è a Treviso che ha il suo Studio di consulenza ambientale.
Dettagli, si dirà. Come anche aver scelto come proprio principale collaboratore in questa nuova veste di assessore l’ingegner Stefano Cicerani. Professionista che ha lavorato in passato per l’impianto Rime srl di proprietà di Cerroni, nonché segretario nazionale dell’Anpar, associazione di categoria che riunisce i proprietari degli impianti di riciclaggio dei rifiuti inerti di cui è presidente Paolo Barberi, socio della “Ecologica 2000”. Una srl destinataria di affidamenti da Ama che risalgono alla gestione Fiscon e in passato interessata all’affitto di un ramo di azienda della “Coop 29 giugno” di Salvatore Buzzi. Come si dice, Roma è piccola.