Il Messaggero, 14 settembre 2016
Carmen Llera ha donato la biblioteca di Moravia a Sabaudia
A sfogliare quelle pagine, ad osservarne la traccia che il tempo ha lasciato su di esse, ad annusare quell’odore di carta vissuta ti sembra quasi di avere tra le mani un pezzo di letteratura italiana del novecento. Ed in parte è davvero così. Perché da qualche giorno, presso la biblioteca comunale di Sabaudia, è possibile consultare e prendere in prestito i libri che facevano parte della piccola biblioteca che per ben 35 anni è stata conservata nella villa sulle dune di Sabaudia appartenuta ad Alberto Moravia.
Lo scorso anno la moglie Carmen Llera ha deciso di donare i 248 volumi proprio al Comune di Sabaudia che già possiede una raccolta di testi dedicati al grande scrittore derivante da una donazione precedentemente effettuata dall’associazione Fondo Alberto Moravia. Ora questi libri occupano una parete della biblioteca situata all’interno del centro di documentazione Mazzoni.
LE DEDICHE
Il piccolo patrimonio librario che per così tanti anni è stato custodito nella Villa del venerdì adagiata sulle dune e affacciata sul mare è ora a disposizione di tutti. Grande è stata la sorpresa di coloro che hanno effettuato la catalogazione dei volumi. Sfogliandoli per apporvi sigle identificative ed etichette infatti si sono imbattuti nelle dediche che erano riportate a penna sulle prime pagine di quei libri. Pensieri dedicati ad Alberto Moravia ma anche a Dacia Maraini. C’è la dedica di Calvino datata 27 novembre del 1958. Poi ci sono i due pensieri lasciati da Carlo Cassola sulle copie di Ultima frontiera e di Troppo tardi. Fanno parte della donazione anche due copie del libro di Alèxandros Panagulis Vi scrivo da un carcere in Grecia, con prefazione proprio di Pier Paolo Pasolini una con dedica a Moravia e una con una frase per la Maraini.
UN PATRIMONIO
Ma, sfogliando, ci si imbatte anche nella dedica di Pietro Citati sulla copia di Il migliore dei mondi possibili e in quella di Vittoria Ronchey. Caro Moravia, con grande crescente simpatia: queste le parole che Giorgio Bocca scrisse sulla prima pagina del suo Italia Anno Uno il 5 maggio del 1985. Un dono nel dono quello che ha ricevuto il Comune di Sabaudia. Oltre ad aver acquisito un piccolo patrimonio di libri che sono appartenuti a Moravia, che probabilmente li ha letti, sfogliati, accarezzati, rimirati, proprio mentre respirava il profumo del mare di Sabaudia e ammirava il paesaggio della città pontina che tanto amava, possiede ora anche la traccia di quei legami che univano lo scrittore ad alcuni dei più grandi autori del secolo scorso. Non può che emozionare trovarsi tra le mani un libro che è appartenuto a Moravia ma anche davanti a quel piccolo tratto di penna nera lasciato lì, sigillato tra quelle pagine da decenni, da Calvino o da Cassola. Un posto che mi ricorda l’Africa, tra i lontani monti azzurri e le acque addormentate della laguna diceva Moravia di Sabaudia, posto nel quale amava rifugiarsi assieme a Dacia prima e a Carmen poi in quella casa che aveva costruito assieme all’amico Pier Paolo Pasolini e che ha ospitato per anni questi 248 libri che ora sono divenuti ricchezza ed emozione di tutti.