14 settembre 2016
Diventa un caso il Sì dell’ambasciata Usa al referendum per la riforma costituzionale del Senato • Hillary Clinton riprenderà la campagna elettorale venerdì prossimo • La gaffe di Luigi Di Maio • La ragazza che s’è impiccata perché un suo video porno era diventato un tormentone del Web
Referendum La campagna referendaria per il Sì alla riforma costituzionale del Senato, che porta in calce il nome del premier Renzi e della ministra Boschi, ora può contare sulla voce autorevole dell’ambasciatore americano in Italia, John Phillips: «La vittoria del No sarebbe un passo indietro per gli investimenti in Italia mentre quello che serve all’Italia è la stabilità e le riforme assicurano la stabilità... Per questo il referendum apre una speranza... Molti ceo (chief executive officer, ndr) delle imprese Usa guardano con grande interesse al referendum. La vittoria del Sì sarebbe una speranza mentre se vincesse il No sarebbe un passo indietro...», ha detto il diplomatico durante una conferenza. Dura la replica dell’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: «Le parole dell’ambasciatore americano sono cose da non credere. Per chi ci hanno preso?». Poi, da Londra, è arrivata anche la netta presa di posizione del responsabile rating sovrani per l’Europa e il Medio Oriente dell’agenzia Fitch, Edward Parker: «Se ci fosse un voto per il No lo vedremo come uno choc negativo per l’economia italiana». In altre parole l’agenzia Fitch fa capire che, oltre che con i problemi del settore bancario, l’Italia si giocherebbe il rating pure con il risultato del referendum. Tanta nettezza sulle implicazioni economiche del referendum costituzionale viene giudicata come un intervento a gamba tesa: «Se l’ambasciatore Phillips fa venire in suo soccorso l’agenzia Fitch presto chiamerà in aiuto anche lo Us Army», ironizza il senatore grillino Nicola Morra. E Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia in Senato, parla di «indebita interferenza» mentre il leader della Lega, Matteo Salvini, invita «il signor ambasciatore Usa a farsi i fatti suoi e a non interferire». Anche Deborah Bergamini (FI) parla di «inaccettabili intromissioni» ma nel partito di Berlusconi c’è chi la pensa diversamente come l’ex presidente del Senato Marcello Pera e l’ex ministro Giuliano Urbani che lanciano un appello agli elettori di FI: «Votate Sì». (D.Mart., Cds) [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]
Clinton Hillary Clinton riprenderà la campagna elettorale venerdì prossimo a Washington, incontrando le donne afroamericane di «Black Women’s Agenda». Nel frattempo si affida a tre supplenti d’eccezione. Barack Obama ha parlato ieri a Filadelfia. Bill Clinton sarà oggi a Las Vegas, Michelle Obama venerdì in Virginia. Ma sui media americani continua a tenere banco la polemica sulla sua salute. L’altra sera l’ex segretario di Stato ha telefonato alla Cnn per spiegare: «Non pensavo che la polmonite fosse così pesante, ma non potete accusarmi di scarsa trasparenza. Di me si sa tutto, molto più di quanto si sappia del mio concorrente». Resta ancora senza una risposta chiara la domanda che ha scatenato reazioni tumultuose, soprattutto sui social network. Per quale motivo lo staff dei democratici ha reso noto solo domenica sera 11 settembre la diagnosi di polmonite che il medico personale di Hillary aveva già completato venerdì 9 settembre? Viene fuori che, in realtà, solo pochissimi collaboratori fossero al corrente. L’ex First lady si era convinta di poter superare l’infezione, curandosi in corsa. E secondo la ricostruzione del New York Post , domenica mattina Hillary Clinton avrebbe rifiutato di andare in ospedale, facendosi, invece, portare a casa della figlia Chelsea (Sarcina, Cds)
Di Maio Ieri Luigi Di Maio ha attaccato Matteo Renzi paragonandolo «a Pinochet» ma confondendo sul post (poi corretto) il Cile (dove ci fu il golpe dell’11 settembre 1973) col Venezuela. Per tutto il giorno, la «rete» lo ha sbeffeggiato: «Siamo ai tempi di Francisco Franco in Irlanda del Nord», «Ma Pinochet non era a Collodi?», «Come è finita con Hitler in Finlandia?». Il Pd insorge: «Attaccare il premier è legittimo. Paragonare l’Italia ad una dittatura è squallido. Di Maio piccolo uomo», dice il sottosegretario di Palazzo Chigi Luca Lotti. Lorenzo Guerini, vicesegretario del Nazareno, aggiunge: «Ignobile strumentalizzazione di una vicenda terribile». E ancora. «Di Maio è ancora stordito dal caso delle mail», insiste Ernesto Carbone. «Di Maio spara bugie e confonde i Paesi», aggiunge Alessia Morani. Interviene anche Angelino Alfano: «Errori così si possono commentare con le emoticons». Di Battista lo difende: «Quella di Luigi era una provocazione, per far capire che siamo in una dittatura mediatica» (Menicucci, Cds)
Suicidio Tiziana Cantone, 31 anni. Di Mugnano (Napoli), bella, alta, lunghi capelli scuri, occhi grandi, sorriso contagioso, fisico da modella, figlia del gestore di un bar, un lavoro da cameriera, poco più di un anno fa si era fatta riprendere durante un rapporto sessuale e aveva lasciato che quel video circolasse via WhatsApp tra quattro amici che considerava fidati. Ma qualcuno da WhatsApp lo aveva caricato sui social, e da lì era finito pure sui siti porno, diventando virale. La frase che lei ripeteva all’uomo che la riprendeva («Hai fatto un video, bravo») era diventata un tormentone tra i ragazzi, e non soltanto a Napoli. In Rete c’erano centinaia di video che le facevano il verso e ancora di più erano i fotomontaggi con il suo volto tratto dai frame e accompagnato da frasi di ogni genere. Finché Tiziana aveva tenuto aperto il suo profilo Facebook — per pochissimo tempo — la pagina era stata intasata da insulti e commenti pesantissimi, poi lei era sparita ma erano nati i gruppi a suo nome. Per un periodo Tiziana s’era trasferita in Toscana con un altro cognome, poi era tornata nel suo paese ma per strada subiva insulti, battute, sguardi e risatine, tanto che a un’amica aveva detto: «Sono distrutta, non ce la faccio più». Solo pochi giorni fa il giudice aveva accolto, seppure parzialmente, il ricorso d’urgenza presentato dall’avvocato della ragazza e aveva intimato a Facebook e a due testate giornalistiche online ( ilfatto24.it e blitzquotidiano.it ) l’immediata rimozione di ogni pagina, testo o foto riconducibili al video. Cosa che però non è ancora avvenuta. L’altro pomeriggio Tiziana andò nello scantinato del palazzo dove viveva con la madre, legò un foulard a un attrezzo da fitness, l’altro capo se lo girò attorno al collo, e si impiccò. Pomeriggio di martedì 13 settembre a Mugnano, paesone alle porte di Napoli.
(a cura di Roberta Mercuri)