MilanoFinanza, 13 settembre 2016
Esselunga andrà a Blackstone?
Si fa sempre più caldo il dossier Esselunga, il colosso italiano della grande distribuzione che, come anticipato in luglio da MF-Milano Finanza, ha ricevuto manifestazioni di interesse da parte di giganti del private equity interessati all’acquisto della catena di supermercati. Ieri si è tenuto un consiglio d’amministrazione di Supermarkets Italiani (la holding che controlla Esselunga) che originariamente doveva essere di routine ma nel cui ordine del giorno, alla luce degli ultimi sviluppi, è stata inserita anche la decisione di affidare a Citi (che ufficialmente preferisce non commentare) l’incarico di esaminare le proposte arrivate da Cvc e Blackstone. Detto questo, la vendita di Esselunga non sembra imminente, almeno stando a quanto riferito da fonti vicine al dossier, secondo cui non ci sarebbe alcun mandato a vendere ma soltanto una decisione motivata da «correttezza» nei confronti dei due fondi, visto che il patron del gruppo Bernardo Caprotti non sarebbe intenzionato a cedere l’azienda. Probabilmente la verità sta nel mezzo, visto che, se davvero non ci fosse alcuna intenzione di cedere, il gruppo non pagherebbe un advisor per valutare le offerte.
Di sicuro comunque si potrà arrivare a una cessione solo in caso di un’offerta particolarmente allettante. In luglio le prime ipotesi circolate valutavano il gruppo dei supermercati almeno intorno a 6 miliardi di euro, ovvero 9,5-10 volte il margine operativo lordo dell’azienda, che ha chiuso il 2015 con utili per 290 milinoni e con una posizione finanziaria netta negativa per 116 milioni. L’attuale procedura non prevede tra l’altro alcuna tabella di marcia; il board non ha infatti stabilito una tempistica per valutare le manifestazioni d’interesse. Quel che è certo è che i due fondi, in particolare Blackstone, sarebbero interessati a rilevare il gruppo, così come è probabile che un’eventuale trattativa non comprenderebbe gli immobili, che rimarrebbero in gestione alla vera cassaforte della famiglia Caprotti, ovvero La Villata Partecipazioni.
Sono anni che Esselunga è nel mirino di grandi gruppi internazionali, anche se a quanto risulta la corsa attualmente coinvolgerebbe solo Blackstone e Cvc e non l’americana Wal-Mart. Peraltro una delle alternative (più volte adombrata in passato da Caprotti) prese in considerazione in passato per lo sviluppo dell’azienda era la quotazione a Piazza Affari, pista che però col tempo si è raffreddata. Al momento invece, dopo mesi di riflessioni da parte di Caprotti (che ha pure vinto a più riprese le cause in tribunale con i figli Giuseppe e Violetta sulla proprietà e sulle quote azionarie della società), gli interlocutori più probabili sono i fondi di private equity internazionali. Se il gruppo Esselunga finisse in mano a investitori esteri non ci sarebbe «nulla di male», ha commentato ieri il ministro del Lavoro,Giuliano Poletti, checomunque sarebbe decisamente più contento se dovesse emergere una soluzione tutta italiana: «Da italiano naturalmente mi piacerebbe che Esselunga rimanesse di proprietà italiana, ma penso anche che l’importante sia avere un imprenditore che abbia intenzione di fare bene il suo lavoro». (