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 2016  settembre 13 Martedì calendario

Domenica si vota a Berlino, la Merkel rischia grosso

Dopo il disastro del 4 settembre nel Mecklenburg-Vorpommern, con i populisti dell’AfD che superano i cristianodemocratici della Merkel, tra cinque giorni si torna a votare a Berlino. Le previsioni non sono rosee per Angela, sotto attacco da parte di avversari e compagni di partito. La capitale ha oltre il doppio degli abitanti del Land settentrionale, 3,5 milioni contro un milione e 600 mila, e l’Alternative für Deutschland probabilmente non bisserà i risultati ottenuti dieci giorni fa, non trionferà, ma potrebbe rendere molto difficile il governo della metropoli.

I populisti stravolgono gli storici rapporti di forza, tutti i partiti storici vedranno diminuire i loro voti, giungendo quasi alla pari distanziati da pochi punti. Sarà inevitabile una coalizione a tre, le varianti sono diverse, ma nessuna sulla carta in grado di funzionare a lungo.
Domenica si è votato per le comunali in Bassa Sassonia, il Land della Volkswagen, 6,5 milioni di elettori, e l’AfD si è fermata sotto l’8%, non poco ma molto meno di quanto si temeva. E la Cdu ha vinto, 34 a 31, nei confronti dell’Spd. Però sarebbe sbagliato che il voto locale annunci l’inizio della fine per i populisti. A Berlino, la situazione è particolare.
Nella capitale l’astensionismo è tradizionalmente basso: nel 2011 andò a votare l’80% (contro il 51 nel Mecklenburg, salito al 61 la settimana scorsa). E la città, a 27 anni dalla caduta del «muro», appare ancora divisa: la Linke è il primo partito in diversi quartieri orientali, mentre all’Ovest in alcune zone non ottiene neanche il minimo necessario per entrare in parlamento (il 5).
L’Spd è al potere dal 2001, e dovrebbe subire una forte perdita dal 28,3 al 21%, che sarebbe il peggior risultato di sempre. La Cdu scenderebbe dal 23,3 a poco più del 19. Ma, secondo alcuni sondaggi, potrebbe anche superare gli alleati per 21 a 20. Una vittoria in discesa. Gli altri arrivano in gruppo alle spalle. I verdi dal 17 passano al 16, la Linke aumenta dall’11,7 al 15, i liberali dell’Fdp dall’1,7 otterrebbero poco più del 5 tornando in parlamento. Sparirebbero i simpatici Piraten che nel 2011 da zero avevano sfiorato il 9% ottenendo quindici mandati. Ma, com’era prevedibile, non hanno combinato granché. L’AfD, che ancora all’inizio dell’estate veniva data intorno al dieci, dovrebbe superare il 14, e secondo le previsioni più nere potrebbe anche giungere al 18, diventando la terza forza anche nella capitale.
Per giungere alla maggioranza, si dovrebbero dunque alleare socialdemocratici, cristianodemocratici e verdi. Ma chi sarà il sindaco? L’attuale borgomastro Spd Michael Müller potrebbe venir superato sia pure di un’incollatura dal rivale Cdu. Oppure si avrà un’alleanza tra socialdemocratici, verdi e i post comunisti della Linke. Difficilmente ecologisti ed estrema sinistra potranno andare d’accordo a lungo di compromesso in compromesso.
Berlino si vanta di essere una metropoli multikulti da sempre. Oltre il 13% degli abitanti è straniero, ed è di fatto la più grande città turca sul continente, con almeno 250 mila emigrati dal Bosforo, concentrati nel quartiere di Kreuzberg (più di quanti abitanti di Istanbul vivano sulla sponda europea). La propaganda xenofoba dell’AfD dovrebbe far dunque poca presa. L’anno scorso sono stati accolti nella capitale 79 mila profughi, e ne sono rimasti 54 mila. Quest’anno sono circa 8 mila. Troppi? Dipende dai quartieri. In alcune zone, sono stati sistemati nelle palestre, e in edifici pubblici, concentrati in poche strade. E i berlinesi mugugnano, già non sopportano i turisti.
Anche i residenti di lunga data sono cambiati. Le ragazze turche andavano in minigonna vent’anni fa. Oggi, le loro figlie sfoggiano il velo islamico, forse più simbolo d’identità nazionale che religioso. E gli immigrati musulmani creano problemi. Qualche settimana fa, nella Soldinistraße, vicino alla stazione di Gesundbrunnen, da dove partono i treni per il Baltico, la polizia è accorsa perché un bambino di 11 anni stava mettendo in moto un’auto. Gli agenti sono stati accolti da decine di immigrati, in difesa del piccolo autista: «Questa è zona nostra, qui facciamo come ci pare». Esattamente come avviene in certe strade di Napoli. I giornali, per rispetto del politically correct, non precisano la nazionalità degli aggressori. Ma tutti sanno chi sono. Gli elettori potrebbero essere tentati di fare un dispetto, o dare la sveglia, a un sistema politico immobile da anni. Frau Angela non ne avrebbe colpa, ma non conta.